Opera di Pietro Tenerani, allievo dello scultore danese Bertel Thorvaldsen, il monumento di re Ferdinando II di Borbone fu progettato nel 1839 in marmo, ma successivamente realizzato in bronzo a Monaco di Baviera e collocato in piazza Duomo il 30 maggio 1845.
Un re prodigo, che concede il portofranco, l’Università regia, il nuovo cimitero monumentale, e un futuro teatro, non può essere che benvoluto dai suoi sudditi. Tuttavia, da lì a poco, i messinesi avranno in odio quel sovrano che, in seguito ai moti del 1847-48, farà bombardare la città dai cannoni della Cittadella affidati al generale Filangeri. Per questo, Ferdinando II ricevette l’appellativo di “Re bomba”.
Proprio durante la rivolta, il popolo messinese fuse la statua per farne armi. Al momento della restaurazione del suo potere, il Decurionato messinese, con delibera del 20 novembre 1852, ordinò il ripristino delle statue dei re Borboni distrutte durante la rivoluzione e richiamò lo scultore Tenerani che ne fece una copia esatta. Cambiò la collocazione: piazza Municipio (dicembre 1857).
Nel 1973 la statua fu distrattamente (e malamente) collocata in via Garibaldi, con le spalle rivolte alla Passeggiata a mare e raffigura il re borbonico in tutta la sua altezza, vestito con l’uniforme dei “Dragoni Ferdinando”, un’esclusiva divisa verde con mostre gialle, la mano destra che porge un cartiglio con le concessioni del portofranco e la sinistra sull’elsa della spada quale difensore della città di Messina.
Pietro Tenerani fu il maestro degli scultori messinesi Giuseppe Prinzi e Saro Zagari presso l’Accademia di San Luca a Roma.
Dopo la nascita del Regno delle Due Sicilia (1816), i soldati borbonici mantennero le vecchie uniformi murattiane, utilizzando la coccarda borbonica, insieme alle nuove divise in stile inglese. La cavalleria di linea indossava giubbe blu con mostra rossa, mentre i “Dragoni Ferdinando” indossavano giubbe verde scuro con mostre gialle (come il re nella foto e nella riproduzione del Tenerani). A corredo, la spada francese 1786 (per la cavalleria pesante) e l’elmo col cimiero di origine austriaca.