Nel 1826, lo studioso messinese Giuseppe Grosso Cacopardo (Messina, 28 settembre 1789 – Messina, 18 dicembre 1858), avvocato e storico, pubblicava una guida dettagliata sulla città di Messina.
Il libro è diviso in cinque giornate di visita, con la proposta di cinque diversi itinerari. Può considerarsi la prima guida della città. Fu ristampata nel 1841, provvista di correzioni, anche alla luce dell’uscita di un’altra guida per la città a firma di Giuseppe La Farina: Messina e i suoi monumenti (1840).
Oggi, dopo il terremoto del 1908 e i bombardamenti della seconda guerra mondiale, tale guida è diventata notevolmente preziosa per la ricostruzione del patrimonio artistico e architettonico messinese (pur contenendo qualche inesattezza, tuttavia facilmente rilevabile o corretta nella seconda edizione).
In questa interessante pubblicazione, infatti, sono elencate le opere d’arte custodite un tempo presso le chiese e i monasteri di Messina, dopo le prime dispersioni dovute al terremoto del 1783 e al decennio inglese, ma prima delle notevoli perdite del patrimonio artistico legate alla rivolta del 1847-48 e al terremoto del 1908.
Ho semplicemente ordinato le 461 voci riportate (che propongo di seguito), per poter avere, nell’immediatezza, una visione completa e ragionata del patrimonio artistico messinese citato dal Grosso Cacopardo.
L’ordine degli edifici religiosi e civili che ospitano le 461 opere d’arte riportate è quello originale, mentre la breve storia introduttiva è un’aggiunta mia:
Chiesa SS. Annunziata (ex PP. Agostiniani)
Chiesa annessa all’Ospedale della Pietà
Chiesa e Monastero di Santa Teresa
Chiesa di Gesù e Maria delle Trombe
Chiesa di San Cosmo de’ Medici
Chiesa di Santa Maria dell’Alto Basso
Monastero di Santa Maria di Basicò
Monastero di Santa Maria di Montalto
Grosso Cacopardo, Guida per la città di Messina scritta dall’Autore delle Memorie de’ pittori messinesi, Tip. Pappalardo, Messina 1826.