Ci addentreremo, insieme, all’interno del Gran Camposanto Monumentale di Messina per scoprirne i segreti, gli artisti e le storie dei personaggi ottocenteschi.
Le scuole d’arte in Italia nell’Ottocento
Nel corso dell’Ottocento, in Italia, v’erano due scuole molto attive che si spartivano il ruolo di guida nel campo delle arti: Roma e Napoli.
A Roma, erano nel pieno della loro attività gli accademici Adamo Tadolini, Pietro Tenerani, Giuseppe De Fabbris e gli “spiriti liberi” Ercole Rosa (1846-1893), Luigi Amici (1817-1887), Giovambattista Lombardi (1823-1880), Stefano Galletti (1833-1905), Giulio Monteverde (1837-1917), Ettore Ferrari (1845-1929), scultore e gran maestro della massoneria dal 1902 al 1918. Questi ultimi scultori avevano portato avanti una strenua lotta contro la tradizione accademica, all’insegna del naturalismo. L’attivismo politico di alcuni artisti era segno di volontà di partecipazione a eventi nuovi, ai cambiamenti sociali dell’epoca e i contatti politici erano la condizione ottimale per vedersi assegnare una commissione pubblica. Napoli primeggiava nel campo della scultura di genere, in funzione antiaccademica e verista. Fra i migliori scultori annoveriamo Stanislao Lista, verista, insegnante di disegno presso la Scuola Operaia di Napoli e l’Istituto di Belle Arti, dove aveva avuto come allievi Emanuele Caggiano, Vincenzo Gemito, Costantino Barbella, Antonio Mancini, Luigi Fabron, Vincenzo Migliaro.
Gli scultori siciliani, che avevano affinato la loro arte presso le scuole romane e napoletane, s’inserivano frequentemente nei dibattiti culturali delle loro città natali e li arricchivano delle esperienze vissute fuori da quelle mura. Il palermitano Ettore Ximenes, compagno dello Ierace a Napoli, allievo del Solari e del Lista, passava dal Verismo al Liberty, come dimostrano i monumenti funebri di sua produzione e la decorazione della sua villa romana in Piazza Galeno. Il suo concittadino Mario Rutelli, era stato allievo di Salvatore Valenti, a Palermo, poi del Rosa e del Monteverde, a Roma. Il suo stile eclettico fondeva temi rinascimentali e barocchi, sfumature veriste, il senso pittorico di Rodin, lo stile Liberty (1).
Proprio attraverso il Liberty la borghesia siciliana aveva trovato la sua più entusiasmante modalità di espressione davanti agli occhi dell’Europa. È stato in altre sedi rilevato che il Liberty siciliano sia stato uno stile anomalo, un’Art Nouveau ispirata alla tradizione siciliana medievale e protorinascimentale (2). Aveva preso vita dall’estro dell’artista Ernesto Basile e dal mecenatismo dei Florio (3).
La borghesia meridionale, a quei tempi, era in fase di crescita e l’alta congiuntura economica verificatasi dal 1896 al 1907 apriva nuove possibilità di guadagno; quella siciliana si avvaleva dell’esportazione di prodotti agricoli grezzi e trasformati, dei trasporti di merci e di persone dal Mediterraneo alle Americhe.
Vista la grande produzione artistico-funeraria e la varietà di stili presenti presso il Gran Camposanto, abbiamo ritenuto opportuno ordinare le opere monumentali per artista.
Il maggiore tra gli scultori messinesi, sicuramente il più famoso ed apprezzato tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, è GIOVANNI SCARFÌ (Messina, 1852-1926), il quale, nel contesto del Gran Camposanto di Messina, si distingue per quantità di opere eseguite e finezza di rappresentazione. [continua…]
- Giovanni Scarfì, vita e prime opere
- Giovanni Scarfì, il maestro del Gran Camposanto
- Giovanni Scarfì fra colonialismo e imperialismo
(1) Tratto dal libro di Dario De Pasquale “Mille volti, un’anima. Dal Gran Camposanto di Messina di oggi all’unità d’Italia, un percorso iconografico alla ricerca dell’identità perduta“, [2010].
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Bibliografia
1 GRASSO, Ottocento e Novecento in Sicilia… cit., in «Storia della Sicilia», vol. X, Palermo 1981, pp. 678-772.
2 BOSSAGLIA, Il Liberty siciliano, in «Storia della Sicilia», vol X, p. 150.
3 PANSERA – VITTA, Guida all’Arte contemporanea, Casale Monferrato (AL) 1986, pp. 48-49. Sul Liberty siciliano: RIZZO-SIRCHIA, Sicilia Liberty, Palermo 1986; GIANSIRACUSA, Il Liberty nella Sicilia Orientale, in «Dimensione Sicilia», settembre 1985; DAMIGELLA, Il Liberty nella Sicilia Orientale, in «Situazione degli studi sul Liberty», Palermo 1974.