Vespri siciliani: la triste sorte degli Angioini in Sicilia (anche nelle carte)

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Come la Sicilia passò ai francesi D’Angiò

Fu il Papa Clemente IV a consegnare la corona di Sicilia al re francese Carlo d’Angiò, fratello di Luigi IX, per evitare di essere circondato dall’impero svevo. Il Parlamento siciliano, invece, assegnò di diritto la corona al figlio di Federico, Manfredi (vedi periodo svevo). La battaglia di Benevento fu decisiva e Manfredi fu sconfitto e ucciso. 

Le ostilità prima della rivolta dei Vespri

Fra le città che più fornirono sostegno ai Vespri siciliani sono da segnalare Palermo, Catania e Messina più volte compromesse nelle loro attività commerciali dal governo angioino.
Prima dello scoppio della rivolta, Gualtiero da Caltagirone, Alaimo da Lentini, Giovanni da Procida e Palmiero da Palermo agirono da sovvertitori del regime. Giovanni da Procida arrivò a travestirsi da monaco per cercare appoggi esterni contro il nemico comune angioino presso il papa Niccolò III, l’imperatore di Bisanzio Michele Paleologo e il re Pietro III d’Aragona.
Anche i baroni siciliani si erano messi in moto, offrendo la corona del Regno di Sicilia a Pietro III di Aragona, marito di Costanza, figlia del defunto Re Manfredi di Svevia. Si erano poste le basi per un conflitto diplomatico tra Angioini e Aragonesi per l’attribuzione del trono siciliano.
Nella calda estate del 1282, Messina, sicuro avamposto militare fortificato, fu assediata dall’esercito di Carlo I d’Angiò. Nonostante gli sforzi dei francesi, la città tenne salde le porte della Sicilia.

La rivolta dei Vespri siciliani

Dal 1266 il Regno di Sicilia fu occupato dagli Angioini, i quali, invisi alla popolazione siciliana, furono cacciati in seguito alla rivolta del Vespri del 1282. A Messina furono due donne, Dina e Clarenza, a sventare un attacco notturno dei francesi. Il Parlamento siciliano assegnò la corona di Sicilia a Pietro III d’Aragona, marito di Costanza di Svevia, figlia di Manfredi (vedi periodo aragonese).

Fine delle carte

Pochissime le carte del periodo angioino conservate presso gli archivi, per via della loro distribuzione durante i bombardamenti della II guerra mondiale:

 

DOCUMENTI PUBBLICI – PERIODO ANGIOINO (feb. 1266-marzo 1282)

Il dominio di Carlo d’Angiò va dal 16 febbraio 1266 al 31 marzo 1282. La corte risiedeva a Napoli mentre in Sicilia c’era un Vicario generale.Si distinguono: privilegi (per concessioni e atti politici di grande importanza); lettere patenti (atti di interesse amministrativo o giudiziario); mandati (affari amministrativi e finanziari); lettere chiuse (di natura privata).

Di essi ci rimane pochissimo, in seguito alla distruzione avvenuta soprattutto durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale.


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