Le attività produttive e le dinastie familiari
Nel corso dell’Ottocento Messina poteva vantarsi di ricoprire un posto di primo piano nel pur variegato sistema economico mondiale.
La città dello Stretto, infatti, godeva di un’eccellente posizione geografica e di importanti privilegi portuali che la ponevano al centro degli scambi commerciali nel Mediterraneo. Dal suo porto si esportavano prodotti agricoli come gli agrumi e i loro derivati, vino, olio e un prodotto di prim’ordine destinato all’industria tessile: la seta 1.
Gli armatori messinesi
Le strutture portuali, comunque inadeguate alla quantità degli scambi effettuati, ospitavano importanti depositi di combustibile per i rifornimenti, magazzini per il carico e lo scarico delle merci, impianti di sollevamento, draghe, squadre di tecnici, meccanici, carpentieri atti alla manutenzione e alla riparazione delle navi.
Per via di una frenetica attività commerciale nacquero, sul finire del secolo, nuove realtà imprenditoriali:
- la Società Anonima Italiana “Hugo Stinnes” che si occupava dei rifornimenti;
- la Società Peirce Brothers che gestiva grossi carghi e che garantì, dopo il 1880, il trasporto degli emigranti siciliani verso l’America con il nome di Società Siciliana di Navigazione siculo-americana;
- la Società Ernesto Ilardi e figli, dotata di piccole imbarcazioni per il trasporto delle merci;
- le compagnie Fratelli Bonanno e Cugini Bonanno impegnate nel trasporto di agrumi dalla Sicilia all’America;
- la Società di Navigazione nello Stretto di Messina Battaglia e Siciliana creata dal banchiere e armatore Giuseppe Battaglia 2.
L’indotto del commercio
E poi c’erano le attività collegate al business della navigazione come le assicurazioni, le banche, i tribunali delle Guardie Doganali, i consolati, i droghieri, i ragionieri, gli scrivani, gli agenti di cambio, i fornitori di viveri e di attrezzi per navigli, i sensali di coloniali e droghe, di cuoiame, di granaglie, di sete e “struse”, e ancora: ristoratori, albergatori, medici, chirurghi, farmacisti; le aziende che ruotavano intorno all’affare degli agrumi, dell’olio e del vino: le ditte di trasformazione agrumaria, gli agrimensori, i braccianti agricoli, i fabbricanti di tartaro, di botti, di caldaie, di cera ecc.
Fra i nomi più conosciuti in città nella seconda metà dell’Ottocento c’erano gli industriali agrumari di origine straniera (trapiantati a Messina da oltre un secolo) Roberto Sanderson e i fratelli Gualtiero ed Arturo Barrett, il messinese Giuseppe De Pasquale; i commissionari ed agenti spedizionieri GiovanFrancesco e Tommaso Marangolo; gli agenti di vapore Domenico e Giovanni Bonanno; i banchieri privati Francesco Lella Siffredi, Francesco Melardi, Vincenzo Patania, Federico e Adolfo Grill; gli agenti assicuratori Luigi Cailler, Giulio e Carlo Grill.
La lavorazione del cuoio
C’era spazio anche per la lavorazione di prodotti importati: fra le più famose ditte di lavorazione di cuoio grezzo c’erano le famiglie Lanza, Trombetta e Amato 3.
La decadenza del porto di Messina
Il numero dei transiti marittimi nel porto di Messina cominciò a diminuire dopo il 1887, ossia dopo l’introduzione delle misure economiche protezionistiche da parte dello Stato unitario: un provvedimento che, determinando l’aumento dei prezzi dei prodotti agricoli italiani, comportò, di riflesso, il blocco commerciale della Francia nei confronti dell’Italia. Tuttavia Messina continuò a rivestire una posizione economica invidiabile rispetto ad altre città del Mezzogiorno grazie allo sviluppo di alcuni settori industriali e commerciali 4.
La gestione della città: la mappa del potere
Il panorama politico-amministrativo ed economico-sociale della città di Messina, sul finire del XIX secolo, si mostra abbastanza complesso: possidenti nobili e borghesi, impiegati e funzionari pubblici, banchieri, assicuratori, negozianti, commercianti tenevano saldamente in pugno le redini della città. Parliamo di soggetti che, oltre a gestire un’attività imprenditoriale, occupavano posti di rilievo nella giunta comunale, e, contemporaneamente, nel consiglio provinciale, nei consigli di amministrazione di una o più banche della città, al Tribunale, all’Università, al Parlamento Nazionale.
Nel 1877 l’assicuratore Saverio Polimeni fu amministratore della Banca Nazionale, sede di Messina e, allo stesso tempo, cassiere del Banco di Sicilia, membro del consiglio di amministrazione della Banca Siciliana ed anche del Credito Siciliano. Un altro assicuratore, Pietro Giovanni Lella Siffredi, svolse la mansione di amministratore sia della Banca Nazionale, sede di Messina, che nella Banca Siciliana, dove fu anche membro del consiglio di sorveglianza 5.
Un fabbricante di tessuti di cotone, Gaetano Ainis, fu al contempo Consigliere Comunale. Il Procuratore legale presso la Corte d’Appello Antonino Alessi possedeva un negozio di “chincaglie”.
Girolamo Arcadipane, Procuratore legale presso la Corte d’Appello, esercitò anche come farmacista.
Il farmacista Giuseppe Arrosto insegnò Scienze Naturali all’Università e aiutò l’azienda di famiglia nella fabbricazione di prodotti chimici 6.
I casi suddetti non erano certo isolati e corrispondevano a una precisa divisione dei poteri fra tutti i componenti dell’élite messinese all’interno della città 7.
1 Cfr. Rosario Romeo, Il Risorgimento in Sicilia, Bari 1970
2 Camera di Commercio di Messina, Anagrafe delle ditte e delle lettere degli operatori commerciali, Hugo Stinnes (n. 2041); Ernesto Ilardi e figli (n. 161); Società di navigazione siculo-americana (n. 2823), Peirce Brothers (n. 2994); Bonanno vd. N. De Tommaso, Guida commerciale di Messina, 1885, p. 5-7; Battaglia: Archivio Notarile di Messina, Notaio Gaetano Tricomi Chemi, numero di repertorio 7071 (15-7-1893)
3 Archivio di Stato di Messina (d’ora in poi ASM): Tribunale Civile, sentenze, busta 281, n. 486; cfr. G. Barbera Cardillo, Economia e società in Sicilia dopo l’Unità 1860-1894, vol. II: l’Industria, Genève 1988
4 Antonino Checco, L’età della decadenza (1861-1945), in AA.VV., Il porto di Messina dalle origini ai giorni nostri, a cura di P. Orteca, Messina 1990, pp. 89-95: da consultare le interessanti elaborazioni statistiche.
5 N. De Tommaso, cit., pp. 22-27
6 G. Busacca, Annuario di Messina, 1877
7 P. Macry, Le élites urbane: stratificazione e mobilità sociale, le forme del potere locale e la cultura dei ceti emergenti, in A. Massafra (a cura di), Il Mezzogiorno preunitario. Economia, società e istituzioni. ed. Dedalo, Bari 1988