Le origini della professione notarile in Sicilia

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Viaggio tra i documenti privati

Nel nostro viaggio nella diplomatica, siciliana in particolare, abbiamo conosciuto i documenti pubblici cioè prodotti da una pubblica autorità. Adesso tratteremo i documenti privati, ovvero le lettere, i testamenti, le vendite, le locazioni e gli atti dei signori feudali.

I documenti privati mancano delle forme tipiche degli atti disposti da un ufficio organizzato, come la cancelleria. Si distinguono in documenti non giuridici (lettere, biglietti, suppliche) e giuridici (carte notarili).

Fino al XII secolo, la documentazione originale è andata dispersa. Quella a noi pervenuta non è anteriore al 1070.

I notai erano persone colte, che conoscevano il diritto processuale e civile. Venivano nominati dal re o dal papa, anche se spesso per delega. In Sicilia era il Protonotaro che sottoponeva il notaio ad esame e ne riceveva il giuramento. I notai siciliani indicavano sempre la fonte della loro autorità e l’ambito territoriale di azione (ufficium). I notai apostolici o imperiali avevano una grande autorità in tutto il territorio del regno, i notai regi di fatto operavano in una sola città.

DOCUMENTI PRIVATI

LETTERE E BIGLIETTILettere private con cui una persona comunica a un’altra notizie personali e d’affari. In basso a destra presenta la sottoscrizione dell’autore. I titoli venivano scritti sul dorso dopo che il foglio era stato piegato in 4. In questa categorie rientrano le suppliche. Esse non presentano segni di spedizioni poiché venivano consegnate aperte.
LETTERA DI CAMBIODocumento commerciale in uso nel medioevo. Titolo di credito di un’obbligazione assunta.
APOCHE (ricevute)Dichiarazioni rilasciate dal creditore per attestare l’avvenuto pagamento del debito.

DOCUMENTI PRIVATI – PERIODO FINO AL XII SECOLO

NOTITIADocumento di prova in forma narrativa a richiesta del destinatario e sottoscritto dai testimoni.
CARTA (atti tra privati: testamenti, vendite, locazioni, procure..)Documento dispositivo in forma diretta e soggettiva, sottoscritto dall’autore e dai testimoni e completato con la formula del tabellione. Poteva trarre validità non solo dalla firma dell’autore ma anche dall’autenticazione notarile. Fra i testimoni è frequente trovare un notaio, giudici o magistrati cittadini (baiulo, vicecomes, stratigoto)
SCRITTA (atti dei signori feudali: concessioni o donazioni a favore di chiese; atti di vescovi e abati; atti giudiziari)La carta in cui manca la menzione del rogatario che l’ha redatta. Molte volte precedeva la stesura della carta. La traditio avveniva con la deposizione del documento sull’altare.Redatte da scrittori occasionali, ci offrono uno spaccato di storia dell’epoca, presentando un fascino maggiore rispetto allo stereotipato documento di cancelleria.

Se il documento era scritto da uno scriba di professione (tabellio), riportava la sua sottoscrizione e la formula della completio.

I sigilli dei privati erano in genere impressi con l’anello (potevano essere araldici, di arti e mestieri, a monogramma o parlanti ovvero con una figura che ricordava il cognome o le iniziali del cognome).


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