Seguace dello scultore carrarese Pietro Tenerani, Giuseppe Prinzi riuscì a imporre i canoni della Scuola Romana ottocentesca in terra sicula, tracciando, insieme al collega messinese Saro Zagari, un nuovo corso nella storia dell’arte siciliana. Il suo stile, inizialmente accademico, imperniato sulle lezioni visive delle opere del Canova, si spostò su un realismo delicato e morbido, grazie alla rivalutazione del classico rinascimentale, ai consigli del Tenerani e alle tecniche apprese a Messina dai maestri Subba, Panebianco e Aloysio Juvarra.
Giuseppe Prinzi nacque a Messina l’11 settembre del 1825 dal commerciante Salvatore e da Paola Chillé [Fiorito, p. 143]. La citazione errata dell’anno di nascita in molte sue biografie si attribuisce allo stesso artista, che soleva “ringiovanirsi”.
In giovane età fu allievo di Letterio Subba prima e di Michele Panebianco poi, nel loro alternarsi alla direzione della Scuola di Disegno e di Pittura, a Messina. Nella città dello Stretto non esisteva ancora una vera e propria accademia d’arte, istituita per la prima volta dal Marchese di Cassibile Silvestro Loffredo, sindaco della città, nel 1852, accorpando alla preesistente scuola di disegno e di pittura anche la nuova scuola di nudo, che ebbe come primo direttore Michele Panebianco [Barbagallo 1868, p. 64].
Fu l’insigne storico messinese Carmelo La Farina a raccomandare Prinzi presso l’Accademia di San Luca di Roma, mediante una lettera indirizzata al suo segretario, Salvatore Betti, nel 1851.
Fra gli altri suoi maestri messinesi occorre annoverare anche il lodevole incisore Tommaso Aloysio Juvarra.
A Roma Prinzi divenne l’allievo di Pietro Tenerani, entrando nel novero di una ristretta cerchia di giovani artisti promettenti e prontamente operativi sul mercato delle committenze. Lo stesso Tenerani era stato assunto dal governo borbonico messinese per la realizzazione di un monumento in bronzo a Ferdinando II (1845), oggi collocato in via Garibaldi a Messina.
L’elevato numero dei committenti non era legato solo all’importanza della bottega del Tenerani a Roma e alla risonanza internazionale del suo nome, ma anche alle grandi capacità di adesione al progetto artistico del Tenerani da parte del Prinzi e, a mio parere, alla sua spontanea adesione ai canoni classici della Roma imperiale e dei grandi artisti del Rinascimento italiano, filtrati, secondo il notevole lavoro della studiosa Valentina Fiorito, da Francesco Maria Tosi attraverso la sua Raccolta di monumenti sacri e sepolcrali scolpiti in Roma nei secoli XV e XVI (I-IV, s.l. 1853, V, a cura di G. Checchetelli, s.l. 1860).
Fra i lavori eseguiti per il comune di Messina da Giuseppe Prinzi, ricordiamo:
- Allegoria di Messina (1852), Messina, Largo Minutoli, di fronte al Municipio
- Busto dedicato a Francesco Maurolico (1855, presso Villa Mazzini)
- Messina riconoscente alla sovrana concessione del Portofranco (1856-59)
- Monumento a Giovanni Capece Minutolo (1857, Messina, Istituto Collereale)
- Copia della Scilla di Giovanni Angelo Montorsoli (1858, gesso, Museo regionale Maria Accascina), poi eseguita dal suo maestro Subba
- Busto di Tommaso Salvini (1859, teatro Vittorio Emanuele)
- Busto di Ferdinando II, Messina, Teatro Vittorio Emanuele II
- Busto di Michele Panebianco (1860, Gran Camposanto di Messina)
- Busto di Federico Grill (1860, Accademia Peloritana dei Pericolanti)
- Monumento funerario per Francesco di Paola Villadicani (1864, Duomo di Messina)
- Antonello da Messina con berretto alla veneziana (1874, Messina, Museo regionale Maria Accascina)
- Monumento funebre dedicato a Luigi Natoli (1875).
Il 14 luglio 1859, all’età di 34 anni, convolò a nozze con Maria Carolina Biscasillas, detta ‘Carlotta’, più giovane di lui di dieci anni, con la quale ebbe i seguenti figli: Anna (28 novembre 1859), Francesco Paolo (1861), Daniele (1862), Salvatore (1866), Pio (1868), Emilia (1869) e Maria (1872) [Fiorito, p. 147 e p. 151].
L’abitazione della famiglia Prinzi a Messina si trovava in via Cardines, ma negli anni ’60 si trasferì a Roma, dove Giuseppe aprì un notevole atelier corredato da numerosi gessi, che poi distrusse per evitare sovraccarichi fiscali.
Partecipò al Concorso indetto dall’Accademia di S. Luca per l’esecuzione dei dodici apostoli per S. Paolo fuori le Mura, superando la prima selezione.
Morì per un ictus cerebrale il 6 luglio del 1895, a Frascati, a distanza di due anni dallo stesso precedente malore. Fu sepolto a Roma, presso il cimitero del Verano [Fiorito, p. 151].
Monumento a Michele Panebianco
Si tratta di un busto dedicato al maestro Michele Panebianco (1806-1873), pittore e direttore della Scuola di Belle Arti presso l’Ateneo Messinese. Il tumulo, collocato sul viale di destra che conduce al Cenobio, è ricco di decorazioni floreali, opera dello scultore Antonino Saccà (1874-75, già autore degli ornati della Cappella degli Azzurri presso il cimitero monumentale di Messina). Una corona di alloro circonda una tavolozza di pittore con i pennelli, infine il busto del Panebianco (risalente al 1860) con la barba folta e la giacca sbottonata, indici dello spirito ribelle dell’artista. Il Prinzi dimostra, ancora una volta, di essersi ben inserito nel quadro della scultura realista, raffigurando il maestro con particolari vivi e caratteriali.
Giuseppe Prinzi, Busto per il monumento funebre a Michele Panebianco, 1875, Messina, Gran Camposanto. Il basamento e gli ornati sono a cura di Antonino Saccà.
Questo l’elenco delle opere di Giuseppe Prinzi sparse in tutta Italia:
- Immacolata Concezione (1855-56), Roma, S. Andrea della Valle
- Sacrificio di Melchisedec e l’Ultima Cena (1870), Ragusa, bassorilievi della Cappella del Santissimo Sacramento, Cattedrale di San Giovanni
- La Fortezza e la Giustizia del monumento di Andrea Pila (1869) Roma, S. Andrea della Valle
- Altorilievo del Cardinale Mario Mattei (1870), Basilica di San Pietro, Roma – Città del Vaticano
- Memorie funebri dei fratelli Quaglia e dei coniugi Quaglia Bruschi (1870), Tarquinia, S. Leonardo
- Statua di Flora (1873), Campobasso
- Monumento funerario di Celestino Benedetti (1873), Frascati, cimitero Comunale
- Monumento funerario di Tommaso Aloysio Juvarra (1875-80), Roma, cimitero Monumentale del Verano
- Angeli bronzei del monumento funerario di Angelo Quaglia (1875) Tarquinia, S. Leonardo
- Cenotafio di Maria Giustina Quaglia Bruschi Falgari (1878-85), Tarquinia, S. Francesco
- Statua di San Guglielmo da Vercelli (1878), Basilica di San Pietro, Roma – Città del Vaticano (commissionato dai benedettini del santuario di Montevergine di Mercogliano)
- Monumento funerario di Calcedonio Soffredini (1878), Roma, cimitero Monumentale del Verano
- Statua di San Benedetto (1878-80), Basilica di San Benedetto, Norcia
- Busto marmoreo di Pio IX (1878) presso la Cattedrale di Acireale
- Busto dell’astronomo Angelo Secchi (1879), Roma – Pincio; (1889) palazzo della Cancelleria
- Cristo, Roma, S. Andrea della Valle
- Monumento funerario di Giovanni ed Enrico Rigacci (1881) Roma, cimitero Monumentale del Verano
- Monumento funerario di Antonino De Luca (1883), Roma, S. Lorenzo in Damaso
- Monumento funerario di Virginio Vespignani (1883), Roma, cimitero Monumentale del Verano
- Vergine annunziata, Napoli, Palazzo Reale
- Sepoltura di Cristo, bassorilievo sepolcrale (1886) presso il Castello Pennisi di Floristella, Acireale (già presentato alla Nazionale di Venezia e acquistato dal barone acese Agostino Pennisi di Floristella)
- Storia riconoscente al Genio della Numismatica con il bassorilievo di Pasquale Pennisi (1880), Acireale, palazzo Floristella
- Busto di Agostino Pennisi (1881), Acireale, castello Pennisi di Floristella
- Busto di Giuseppina Alessi, moglie di Agostino Pennisi (1881), Acireale, castello Pennisi di Floristella
- Busto di suor Maria Maddalena Pennisi (1881), Acireale, ospedale vecchio di S. Marta e S. Venera
- Busto di suor Maria Rosa Russo Pennisi (1881), Acireale, ospedale vecchio di S. Marta e S. Venera
- Monumento funerario a Giuseppe Maria Papardo (1882) Monreale, S. Rosalia fuori le Mura
- Ritratto in gesso della moglie Carlotta (collezione privata)
- Rilievi allegorici in gesso di Roma e Sicilia (1889-90) Roma, villa Durante
- Cenotafio di Francesco Maria Cirino (post 1892) Roma, S. Andrea della Valle
Bibliografia su Giuseppe Prinzi
- V. Fiorito, Saro Zagari, Giuseppe Prinzi e la scultura in Sicilia dal Neoclassicismo al Realismo, tesi di dottorato in storia dell’arte contemporanea, Università degli studi di Napoli Federico II, 2011.
- G. Barbera, Nuove riflessioni su Giuseppe Prinzi, in Messina riconoscente alla sovrana concessione del Portofranco di Giuseppe Prinzi, Messina 2002, pp. 14-27;
- G. Molonia, L’ampliamento del Portofranco di Messina e la statua di Giuseppe Prinzi, ibid., pp. 4-13;
- L. Paladino, Prinzi Giuseppe, in L. Sarullo, Dizionario degli artisti siciliani. Scultura, a cura di B. Patera, III, Palermo 1994, pp. 270 s.;
- V. Saccà, La cattedra di Belle Arti nella Università di Messina: studi e ricerche, Messina 1900;
- G. Cimbali, Artisti scomparsi. Giuseppe Prinzi, in Natura e arte, VIII (1897-1898), 1, pp. 990-995;
- A. De Gubernatis, Dizionario degli artisti italiani viventi: pittori, scultori e architetti, Firenze 1889;
- O. Raggi, Della vita e delle opere di Pietro Tenerani, del suo tempo e della sua scuola nella scultura, Firenze 1880;
- Barbagallo, Michele Panebianco. Studi biografici, Venezia 1868, p. 64.
Tratto dalla tesi di dottorato di V. Fiorito, Saro Zagari, Giuseppe Prinzi e la scultura in Sicilia dal Neoclassicismo al Realismo, tesi di dottorato in storia dell’arte contemporanea, Università degli studi di Napoli Federico II [2011] e dal libro di Dario De Pasquale “Mille volti, un’anima. Dal Gran Camposanto di Messina di oggi all’unità d’Italia, un percorso iconografico alla ricerca dell’identità perduta” [2010].
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