La figura del diavolo in Sicilia è rappresentata in varie forme, nella pittura, nella scultura e nelle arti decorative, e raffigurazioni: fra santi, giudizi universali e feste di carnevale.
Ma c’è addirittura chi vanta una corrispondenza con Belzebù. E’ la venerabile suor Maria Crocifissa della Concezione (Isabella Tomasi, 1645-1699), della quale è conservato presso il monastero benedettino di Palma di Montechiaro un foglio con segni misteriosi, da lei attribuiti agli ambasciatori di Satana, venuti alla sua corte per distoglierla dai conforti divini. Alla richiesta di apposizione della sua firma, scrisse solo “Ohimè”.
Isabella Tomasi-suor Maria Crocifissa, è la prozia dell’autore de “Il Gattopardo”, Tomasi di Lampedusa, e nel romanzo appare col nome di Beata Corbera.
Ecco in passo in cui viene citata:
‘Si edificava […] nel veder come la Badessa gli additasse l’angolo del giardino malinconico dove la santa monaca aveva sospeso nell’aria un grosso sasso che il Demonio, innervosito dalla di lei austerità, le aveva scagliato addosso; si stupiva sempre vedendo incorniciate sulla parete di una cella le due lettere famose ed indecifrabili, quella che la Beata Corbera aveva scritto al Diavolo per esortarlo al bene e alla risposta di lui che esprimeva, pare, il rammarico di non poter obbedirle.’
Giuseppe Tomasi di Lampedusa, “Il Gattopardo”.