Messina, all’alba del terremoto del 28 dicembre del 1908, si trovava già ad avere a che fare con alcuni fenomeni critici: per diversi decenni era stata al centro di numerose epidemie, alluvioni e scosse telluriche, ma pochi erano stati i provvedimenti presi dalla cittadinanza che continuava ad affidarsi al caso e alla fortuna. Venne il terremoto e fece 80.000 morti. Il giorno dopo già si pensava alla ricostruzione della città secondo criteri antisismici, così com’era successo dopo il terremoto del 1783 e quelli del 1894, del 1895, del 1905, del 1907. Solo parole. La triste realtà arriva fino ai nostri giorni.
La catastrofe naturale che mise in crisi il giovane Regno d’Italia
Il terremoto del 1908 è assimilabile a un evento socio-politico di grande portata perché mise a nudo le debolezze dello Stato italiano, ancora prima della guerra mondiale: esercito e marina sguarniti di ogni mezzo, eccessivamente burocratizzati, senza ufficiali di buona competenza, un Paese con un sistema bancario inefficiente, senza protezione civile, privo di moderni mezzi di comunicazione stradale e ferroviaria, privo di strutture sanitarie. D’altra parte, il nostro esercito e la nostra marina avevano dimostrato in più di un’occasione la loro inefficienza (Lissa 1866, Dogali 1887, Adua 1896) e le inchieste parlamentari degli anni 1906-1907 portarono alla luce le carenze e gli sperperi dei Ministeri della Marina e della Guerra: la nostra flotta navale era decadente, le truppe mancavano di munizioni, viveri, vettovaglie, medicinali, tende e coperte.
La missione di questo studio sul terremoto di Messina del 1908
Attraverso gli atti ufficiali municipali e le autorevoli voci di studiosi e superstiti, dimostreremo, anche in questa sede virtuale, come il terremoto di Messina fu una tragedia già annunciata e che i cittadini messinesi furono vittime di una città e di un Paese costruiti «a misura di borghese».
Gli ingegneri Hopkins, Martinez, Morabello, Liotta ci parleranno di speculazione edilizia; i sismologi Rizzo, Omori, Baratta tratteranno dell’entità del sisma; gli ingegneri Simonetti, Borzì, Calderini, Flament-Hennebique, Giunta esporranno le loro proposte per la ricostruzione della città. Infine, anche i superstiti faranno sentire la loro voce attraverso l’ufficiale postale Antonio Barreca, il miracolato Giacomo Longo, il bersagliere letterato Vanni Kessler e tanti altri. Ognuno di loro ha modi diversi di raccontare il terremoto del 1908, noi ci siamo limitati ad incrociarne le testimonianze per fare luce sui quei concitati momenti. Non manca la voce dell’opinione pubblica, puntualmente riportata da giornali e periodici dell’epoca.
Contemporaneamente, il nostro intento è ricordare le spontanee iniziative di solidarietà che Messina ricevette da parte di tutto il mondo. Governi stranieri, associazioni e privati si attivarono per far arrivare ogni genere d’aiuto alla città sconvolta, dal benefattore che contribuì con donazioni in denaro al poeta che pubblicò versi per poi devolverne il ricavato ai terremotati.
Questo sentimento nato intorno alla Città dello Stretto era il frutto dei buoni rapporti umani, culturali e commerciali che Messina aveva intrattenuto con tutto il mondo ormai da secoli. Ricordiamo, infatti, che molte famiglie di imprenditori stranieri, soprattutto inglesi, danesi e tedesche, si erano definitivamente trasferite a Messina per curare i propri affari. Il terremoto ebbe dunque rilevanza mondiale, non solo per la sua gravità (per la perdita di vite umane e per il valore della sua magnitudo), ma anche perché la città aveva già da tempo conquistato una posizione d’internazionalità. Così si spiega la monumentalità degli edifici che la occupavano, il passaggio di grandi artisti e dei regnanti, l’esistenza d’eccellenti ed esperti collezionisti d’arte, di uomini di cultura, di antropologi, di valenti giuristi, medici, farmacisti.
Una storia cancellata?
In una fredda mattina di Natale, bastarono pochi secondi a cancellare secoli di gloria. Seguì una lenta ricostruzione. Si misero nel ricco piatto della pianificazione urbanistica le confuse direttive per reimpiantare gli edifici scomparsi, si profilò la fine di un’epoca storica per alcune forti realtà economiche cittadine, si assistè impotenti allo scontento di parte della popolazione che abbandonava la città.
Durante il nostro percorso incontreremo diverse personalità legate a doppio filo con la storia di Messina e quella italiana: il re Vittorio Emanuele, la regina Elena, lo statista Giovanni Giolitti, il poeta Salvatore Quasimodo, il pubblicista Gaetano Salvemini, il matematico Martinetti, il geografo Baratta, l’architetto Calderini. Senza trascurare le figure storiche della città: dai rivoluzionari Michelangelo Bottari, Carlo Peirce, Giuseppe La Farina agli architetti Leone Savoja e Giacomo Fiore; dal canonico Annibale Maria Di Francia ai personaggi politici di spicco tra Ottocento e Novecento come Fulci, Natoli, Cianciolo, Marullo, Buscemi, Picardi, Perrone-Paladini, Faranda, Cutrufelli e tanti altri; dagli imprenditori stranieri Grill, Sanderson, Sarauw, Jaeger, Peirce, ai messinesi Bonanno, Battaglia, Pulejo.
Così, da buoni cittadini messinesi, vogliamo ricordare la tragica mattina del 28 dicembre 1908 e restituire a Messina gli antichi fasti di una città a cavallo di due secoli che, pur tra tante contraddizioni e difficoltà, registrava un’attività economica, culturale e artistica da far invidia all’attuale (1).
INDICE
Cap.1: 28 dicembre 1908: storia di una tragedia annunciata
Cap. 2: Storia di un superstite del terremoto di Messina: Antonio Barreca
Cap. 3: Messina 1908: “quale spettacolo terrificante!”
Cap. 4: Storia del primo telegramma che rese noto il terremoto di Messina al resto del mondo.
Cap. 5: Da “via del Corso” a “Corso Cavour”, Messina com’era
Cap. 6: 1 aprile 1867: è tempo di cambiare
Cap. 7: Messina? Già cancellata prima del terremoto
Cap. 8: Le mani sulla città
Cap. 9: Un intellettuale dissidente a Messina: Riccardo Hopkins
Cap. 10: Il dramma delle alluvioni a Messina
Cap. 11: Le acque messinesi nelle mani dei privati
Cap. 12: Arriva il re!
Cap. 13: Le piaghe di Messina
Cap. 14: Messina alle soglie di un governo liberale
Cap. 15: Il potere dei palazzi
Cap. 16: Ottocento borghese: le mani su Messina
Cap. 17: Trasformismo “alla messinese”
Cap. 18: La Voce di Gaetano Salvemini a Messina
Cap. 19: L’acqua: da risorsa naturale a strumento di potere
Cap. 20: Il giorno dopo il terremoto: i soccorsi russi e inglesi
Cap. 21: Il Re e la Regina a Messina a due giorni dal terremoto
Cap. 22: Quando Messina era amata in tutto il mondo: la solidarietà internazionale post-terremoto.
Cap. 23: Cronache (distorte) dal terremoto di Messina
Cap. 24: Lo stato d’assedio durante il terremoto di Messina
Cap. 25: Cronache (distorte) dal terremoto di Messina
Cap. 26: Storie del terremoto di Messina raccontate dai giornali dell’epoca
Cap. 27: Lo smistamento dei superstiti del terremoto di Messina
Cap. 28: Tutta la verità sulle 80.000 vittime del terremoto del 28 dicembre 1908
Cap. 29: Scale sismiche e sistemi di registrazione meccanografici dell’800
Cap. 30: Le tre scosse di quel mattino del 28 dicembre 1908
Cap. 31: Studiosi fra le rovine
Cap. 32: Come erano costruiti gli edifici a Messina prima del terremoto?
Cap. 33: E dopo il terremoto del 1908, cosa accadde?
(1) Tratto dal libro “LE MANI SU MESSINA prima e dopo il terremoto del 28 dicembre 1908. Giochi di potere, politica, malaffare, potentati locali, rapporti con il governo italiano e resoconto a 100 anni di distanza.”, di Dario De Pasquale, Messina 2006.
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