Descrizione
Rotta di Collusione – Raccolta di pieces teatrali scritte e interpretate da Celeste Brancato (a cura di Dario De Pasquale), ABC Sikelia Edizioni, 2012.
Perché questo libro? Perché una raccolta di pieces teatrali? È quello che ci hanno chiesto quasi tutti. Questo libro è il nostro tentativo di dare una voce letteraria alla produzione artistica di Celeste Brancato, ovvero di un’autrice e attrice siciliana.
La Sicilia è sempre stata al centro delle rappresentazioni teatrali, sin dall’antichità: con i suoi 19 teatri greci, la tradizione siciliana in tal senso è la più rappresentativa. Il cambiamento del volto del teatro internazionale 2500 anni dopo è avvenuto ad opera di un siciliano: Luigi Pirandello.
La formazione di Celeste è puramente classica, basata sulle conoscenze degli autori greci e latini, grazie all’intermediazione dei valenti professori del Liceo Classico La Farina di Messina. Dopo la maturità, Celeste Brancato sente l’esigenza di approfondire i suoi primi studi, immergendosi nella vita universitaria e, poi, grazie a una provvidenziale quanto meritata borsa di studio, presso la Bottega teatrale di Vittorio Gassman a Firenze. Qui comincia l’avventura di questa ragazza partita da Saponara, un piccolo paese in provincia di Messina, con il solo bagaglio delle sue conoscenze e delle piccole esperienze teatrali maturate nel periodo scolastico.
Celeste non abbandonerà mai le radici della sua formazione, qui ci sono i suoi testi: la sua stesura si avvale dei canoni classici della tragedia greca: atmosfere, immagini, corporeità, gusto iconografico. Da Virgilio apprende l’equilibrio letterario, la musicalità della metrica e il senso dell’ineluttabile: Timeo Danaos et dona ferentes, è la frase che il nonno di Celeste le ripete spesso. Un giorno capirai, diceva.
Ma a cosa si riferisce realmente questa frase? È la storia dell’inganno ordito dagli Achei capeggiati da Ulisse contro i troiani. Il dono del cavallo che mette fine all’assedio della città di Troia. Ovvero la storia del maggior inganno mai perpetrato a un popolo, l’inganno per eccellenza. Badate bene: l’inganno è il tema più trattato nella storia del teatro siciliano, dalle farse siciliane, alle vastasate, l’opera dei pupi, le commedie di Vitaliano Brancati, Nino Martoglio, Luigi Capuana, Federico De Roberto, Giovanni Verga, Secondo Rosso, Luigi Pirandello.
Pirandello metteva in scena la commedia dell’assurdo con testi apparentemente oscuri ed ermetici, allo scopo di sorprendere lo spettatore, facendogli percepire il gigantesco inganno delle convenzioni sociali. Che poi era l’inganno degli ideali del Risorgimento e dei complessi cambiamenti in atto nella società italiana. La borghesia, infatti, invece di consegnare l’Italia agli italiani, eliminando i privilegi feudali della proprietà esclusiva, s’impossessa di tutto: della politica e dell’economia. In più raschia sul fondo del barile attraverso gli istituti finanziari e le banche. L’oggetto privilegiato, o pressoché esclusivo, delle rappresentazioni di Pirandello fu la piccola borghesia, come nel teatro di Celeste.
Pirandello propone il dramma borghese rompendo le forme tradizionali: riduce al minimo la scenografia ed i costumi, per attirare l’attenzione del pubblico principalmente sul testo, come nel teatro di Celeste. E, come in Celeste, il teatro si fa realtà e la quotidianità finzione pur mettendo in scena persongaggi credibili ed eloquenti.
In più, la nostra autrice introduce tematiche, problematiche e sensibilità legate al mondo della donna, curando ogni piccolo dettaglio delle sue opere, dalla tecnica di stesura, ai tempi, alla colonna sonora (per lo più basta sulla musica delle neofemministe degli anni ’80, come Nina Hagen e Cindy Lauper).
Dunque Celeste Brancato è autrice dei nostri tempi ma anche la diretta continuatrice della tradizione culturale e teatrale siciliana. Dopo Pirandello e Sciascia è l’unica testimonianza in tal senso.
Dopo aver inquadrato la sua formazione ed aver trovato una sua collocazione spazio-temporale nell’ambito della drammaturgia siciliana, ci domandiamo adesso quale percorso intellettuale ha seguito la nostra autrice.
A tale scopo abbiamo individuato tre fasi cronologiche: la prima, l’infanzia, è il tempo delle speranze condivise, la seconda, la fanciullezza, è il tempo del disincanto e delle disillusioni, la terza, l’età adulta, è il tempo dell’impegno civile.
Celeste è un’adolescente anni ’80 e come tutti gli adolescenti di quel periodo nutre una grande fiducia nel progresso e nel futuro, è un mondo in cui tutto è possibile. È il migliore dei mondi possibili come diceva il filosofo Pangloss nel Candido di Voltaire.
Poi lo scontro con la dura realtà: la caduta delle ideologie dopo il muro di Berlino e le rivolte di piazza Tienammen, tangentopoli negli anni ’90, mani pulite.
È così che il disappunto di Celeste diventa satira sottile e pungente. Rotta di Collusione appunto. Dove Celeste, in tenuta da collegiale, diventa Alice nel paese dei compromessi, della corruzione capillare, della collusione a tutti i costi. Si va oltre le convenzioni sociali.
Rotta di Collusione è la metafora dell’Italia senza una meta, anzi è una nave che rischia di affondare nel mare della collusione.
Da Rotta di collusione traghettiamo verso la terza fase, quella dell’impegno civile. Da questo punto di vista nasce la commedia Saponara Marittima San Giovanni Rotondo andata e ritorno, brillante copione con sfumature amarcord.
Saponara è la metafora dell’Italia che vuole uscire dalla crisi, la forza della comunità che ambisce a diventare Stato. Ma anche un paese con una tradizione, una storia, un luogo da dove si può cominciare a riscrivere la storia dei giorni nostri.
Anche qui, come in Rotta di Collusione, il filo conduttore è il viaggio, inteso sia come spostamento fisico da un luogo a un altro, dal paese alla città, dalla città al continente, da paese a paese, sia come metafora del viaggio dentro noi stessi alla ricerca della verità. Ma quale verità, si domanda Celeste Brancato? C’è un progetto dietro la crisi che attanaglia l’attuale società? C’è un traguardo dietro questo continuo affannarsi degli esseri umani?
In una comunità familiare saponarese, dunque, si svolge la vicenda di una delle commedie di Celeste, in quel contesto siciliano si intersecano tante storie, si assiste a un continuo andirivieni di gente, tutti con una storia sulle spalle, un profilo breve ma ben delineato. Tutti sono portatori di brandelli di vita da proteggere dal logorio della vita moderna.
In paese si sparge la notizia che si sta organizzando un viaggio a San Giovanni Rotondo e casa Brancato diventa la prima meta religiosa di questo ambizioso e ambito tour, il luogo eletto dove s’incontrano e si scontrano le passioni umane. Si discute sui quattro selezionatissimi eletti che potranno rappresentare la comunità saponarese in Puglia di fronte a nientepopodimeno che Padre Pio. Le candidature sono tante ma, vuoi per un motivo, vuoi per un altro, la spuntano le donne di casa Brancato.
E via, immersi in questo infinito viaggio, dove il percorso è la vita stessa e la vita è come la panda rossa della famiglia Brancato: quando la tensione aumenta, aumenta lo stridio delle parti meccaniche e si soggiace alla guida non sempre impeccabile della sorella maggiore. E poi arriva l’imprevedibile: un furgone bianco che supera apparentemente in atteggiamento di sfida la piccola auto delle nostre audaci. Che vorrà, chi sarà mai? Come mai quei continui strappi, quelle accelerazioni e quelle decelerazioni? Vorrà mica metterci paura, si domanda Celeste? L’arcano si scopre alla prima fermata presso un autogrill, dove Celeste incontra il guidatore del furgoncino: Zaccaria. Un ometto brutto, tozzo, basso e largo, sporco, con una barba incolta, ma che mostra una straordinaria sensibilità: è proprio vero che le apparenze ingannano.
E tutti a questo punto ci domandiamo se quella macchina carica delle speranze di tutta Saponara arriverà mai a destinazione. Ma non è questo quello che importa: l’importante è incontrare Padre Pio e Padre Pio le quattro l’hanno già visto e vissuto durante il viaggio.
È il viaggio stesso.
È il coraggio, l’entusiasmo e la benignità che sta dentro di loro, di tutte le anime del paese che esse rappresentano. Perché la vita è il viaggio stesso che affrontiamo, pieno di difficoltà, ostacoli, nemici, amici. Ma si va veloci, troppo veloci, e, a volte, ci si perde il panorama.
Celeste lo sapeva già e, come ogni buon artista, ha anticipato i tempi.
Sommario
- Permette? Celeste p. 8
- Come la penso p. 10
- La musica che ascolto, i film che guardo, i libri che leggo e… i miei eroi! p. 12
- Biografia ufficiale p. 14
- Per non dimenticare p. 16
- Cabaret (Adolescenti anni ’80, Alberi, Noi bimbi degli anni ’70, Buonasera Signor Dio, Giapponesi brava gente, Lezioni di guerriglia urbana per i buoni, Raccolta di firme a Dio, Ariel) p. 18
- Opere teatrali (Una donna vissuta. Molto, La scommessa, Mamma va alla guerra, Sapanara Marittima-San Giovanni Rotondo, andata e ritorno, Rotta di Collusione) p. 38
- Cinema, teatro, interviste e recensioni p. 158
Dettagli dell’opera “Rotta di Collusione”:
- Formato 15×21
- Pagine: 178
- Foto a colori
- Prezzo: 15,00 €