Il 5 gennaio 1905 l’amministrazione comunale messinese chiedeva al Governo italiano un intervento per migliorare le condizioni economiche del Mezzogiorno d’Italia, così come promesso da Cavour alla vigilia dell’Unità. Si richiedeva l’adozione degli stessi provvedimenti di tipo tributario ed economico già applicati non solo nel Nord d’Italia ma anche a Napoli: opere pubbliche a favore del porto e del bacino di carenaggio, la meccanizzazione del carico e dello scarico delle merci, la trasformazione delle scuole pubbliche in istituti industriali.
Ecco di seguito la testimonianza del consigliere Camillo Boscia, tratta dagli Atti del Consiglio Comunale di Messina:
LXXXVI. Voto al Governo perché, per legge, siano estesi a favore di Messina i benefici della legge 8 luglio 1904 n. 351 sull’incremento industriale della città di Napoli. A fare la proposta è il cons. Boscia:
“Ricchezza e miseria sono due concetti essenzialmente relativi. Saremmo in errore se noi oggi volessimo affermare che siamo più poveri del 1860, ma evidentemente siamo più miseri, assai più miseri messi in confronto dei nostri fratelli del settentrione. Questa dolorosa constatazione acuisce le nostre sofferenze psicologiche e rende intollerabile lo attuale stato di cose. Infatti, è inconcepibile come con lo stesso regime, con lo stesso governo, da una parte siano i ricchi, i poveri dall’altra; e se così è noi non possiamo fare a meno dallo esclamare: Così non può andare, perché mentre gli uni arricchiscono gli altri impoveriscono. Posto quest’assioma ve n’è un altro. I popoli odierni tanto più facilmente arricchiscono quanto più speditamente s’industrializzano. È vano sperare nel rifiorimento dell’agricoltura perché questa da sola non crea la grande ricchezza e molto meno noi che siamo in piena crisi agricola perché tutti i nostri prodotti sono colpiti da malattie o perché la pletora di produzione ha invilito ed invilisce sempre più i prezzi. Abbiamo dunque una questione economica meridionale e questa non è nuova. Il conte di Cavour all’apertura del primo Parlamento Italiano esclamava alla Camera dei Deputati: abbiamo provveduto all’unità politica della Patria, dobbiamo ora provvedere al riscatto economico del Mezzogiorno”.