Il nuovo modello di Scuola del M5S

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“Dopo anni di battaglie oggi possiamo finalmente realizzare il nostro sogno: dare al Paese un nuovo modello di scuola. Una scuola pubblica e statale, gratuita, democratica, aperta, inclusiva e innovativa. Vogliamo edifici davvero sicuri e con spazi accoglienti e attrezzati, insegnanti motivati e valorizzati, un’offerta formativa più ampia e di qualità per gli studenti, più ricerca e maggiore innovazione didattica. Crediamo in una scuola capace di offrire le stesse opportunità a tutti i suoi alunni.

La scuola deve essere il motore per la costruzione di una società aperta e solidale, ispirata ai valori di umanità, uguaglianza, tolleranza e civiltà sui quali si fonda la nostra Costituzione. Desideriamo formare cittadini consapevoli, autonomi e responsabili, curiosi e dotati di spirito critico, in grado di affrontare le mutevoli sfide del futuro. Vogliamo che i nostri bambini e i nostri ragazzi s’innamorino della conoscenza e costruiscano il sapere in maniera autonoma, continuando a formarsi lungo tutto l’arco della vita.

Per raggiungere questi obiettivi è necessario riportare la scuola statale italiana al centro del sistema Paese, portando la spesa pubblica per l’istruzione alla media europea. Il MoVimento 5 Stelle intende invertire la politica dei tagli lineari, assicurando maggiori risorse alla scuola e garantendo, nel medio periodo, uno stanziamento aggiuntivo di 15 miliardi complessivi per il comparto istruzione (scuola, università e ricerca).”

Questo è l’incipit del Programma Istruzione del Movimento 5 Stelle. Sembrerebbe ambizioso per un Paese che insegue da decenni una progetto di vera riforma della Scuola e del comparto istruzione. Tutto quello che c’è stato in precedenza è stato il riflesso di visioni (limitate) di partiti politici, di forze sociali non coerenti, di programmi monchi e inconciliabili con il mondo della Scuola prima ancora che divenissero esecutivi.

I punti forti del programma per l’Istruzione del M5S, in sintesi

I punti stabiliti dal programma del M5S sono chiari. Principalmente, avere una Scuola pubblica

  1. Gratuita
  2. Democratica
  3. Aperta
  4. Inclusiva
  5. Innovativa
  6. Vivibile
  7. Senza dispersioni

Le azioni per poter centrare questi obiettivi consistono nel:

  1. Aumentare il gettito dei finanziamenti per la scuola e la ricerca (obiettivo: raggiungere almeno lo standard medio europeo)
  2. Eliminare le disuguaglianze e le opprimenti gerarchie nella gestione
  3. Incentivare gli scambi culturali da e verso la scuola
  4. Gestire al meglio, con personale specializzato e più attentamente, gli alunni in difficoltà. Ripristinare il tempo pieno e le compresenze nel primo ciclo d’istruzione.
  5. Sposare le nuove tecnologie come strumento di approfondimento e di comunicazione. Potenziare l’educazione motoria per aumentare il benessere generale; combattere i disturbi alimentari, come l’obesità̀ e l’anoressia infantile, anche in vista di una diminuzione della spesa sanitaria
  6. Abbattere il numero degli allievi per classe, per avere una classe ideale di 20-22 alunni
  7. Lottare contro la dispersione ha un costo elevatissimo per lo Stato, sia in termini economici sia in termini umani. Piano di contrasto all’odio e alla violenza.

Il rifiuto della Riforma Gelmini

Il primo attacco è portato contro la Riforma Tremonti-Gelmini (governo Berlusconi), colpevoli di aver effettuato tagli di oltre 8 miliardi di euro nell’istruzione, riducendo il monte ore e le discipline e comportando la scomparsa di circa 90 mila cattedre in tutti i gradi e gli ordini di scuola.

Come conseguenza, si è assistito a un impoverimento dell’offerta formativa per gli studenti e a un aumento spropositato del numero degli allievi in classe. Fra le materie più colpite: musica, storia dell’arte, latino, storia, italiano, geografia e le ore laboratoriali degli istituti tecnici e professionali.

Il rifiuto della Riforma Renzi

Il secondo attacco è contro la “Buona Scuola” di Renzi, considerata “uno dei punti più bassi mai raggiunti dal nostro legislatore in materia d’istruzione“, capace solo di ingarbugliare i problemi già cronici della Scuola: composizione degli organici, l’eccessiva burocrazia, i bassi stipendi del personale scolastico e il blocco dei contratti risalente al 2007, l’insufficienza numerica dei dirigenti scolastici e l’onnipotenza degli stessi. La conseguente missione, dunque, è quella di rimodulare gli organici attraverso nuovi piani di assunzione, snellire la burocrazia, aumentare gli stipendi, le risorse destinate alle scuole, la sicurezza degli edifici e il numero dei dirigenti. Eliminare la chiamata diretta da parte dei dirigenti scolastici, arma impropria e possibile strumento di alimentazione di un sistema clientelare.

Fra gli altri obiettivi:

• Prevedere un piano di formazione professionale obbligatoria retribuita, continua e sul campo per tutto il personale scolastico, mirando all’interdisciplinarietà, all’inclusione, all’innovazione pedagogica e a quella didattica.

• Introdurre équipe formative territoriali (EFT): professionisti in ambito pedagogico e didattico a supporto delle comunità scolastiche per ciascun territorio.

La nuova didattica del M5S

Sul piano della didattica, si propone l’aumento del comparto tecnologico, sfruttato ancora da pochissime scuole e l’apertura verso il territorio:

“Vogliamo rendere la scuola un luogo magnifico di crescita, di incontro, un’officina di creatività e sperimentazione, un presidio di legalità, inclusione e integrazione, una sentinella del territorio. Questo processo mira anche alla costruzione di un senso di comunità, alla riscoperta dei propri luoghi culturali, paesaggistici, della propria storia e delle proprie radici”

Singolare anche il richiamo alla sinergia tra docenti e allievi nell’ambito della ricerca del miglior testo di studi:

“Sarà nostro compito, rendere applicativa la legge n. 128 del 2013 per realizzare la piattaforma nazionale di libri scolastici digitali autoprodotti da docenti esperti in collaborazione con gli studenti. Una didattica innovativa, con docenti e studenti che costruiscono insieme il sapere e danno vita ad uno strumento che permette di far risparmiare alle famiglie una spesa ingente (circa 500 euro l’anno in media per ogni studente), alleggerendo gli zaini dei nostri bambini e ragazzi.”

Opinioni contrarie sono state espresse contro il bonus merito docente, in quanto spezzerebbe la coesione della comunità scolastica, contro le prove INVALSI, troppo schematiche e impersonali, e contro le scuole paritarie, considerate dei veri e propri diplomifici.

Il M5S si mostra favorevole, invece, al progetto Alternanza Scuola-Lavoro, laddove non sia sfruttamento degli studenti, ma

“reale opportunità formativa per gli studenti, strettamente connessa al percorso di studi: si apre l’orizzonte ad una visione più ampia, che chiameremo Azione di Apprendimento nel Territorio. Le ore di alternanza vanno ridotte, rese facoltative e svolte solo presso enti, aziende e botteghe artigianali virtuose disposte a offrire una formazione di qualità. Andranno bandite le aziende e le multinazionali che intendano solo assicurarsi manodopera a basso costo.”


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“Breve Storia della Scuola Italiana”

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