Donne al centro del Mediterraneo
Gli studi accademici sulla terraferma sono molto più numerosi di quelli dedicati al mare di Sicilia. Se poi le protagoniste di questi studi sono le donne, le ricostruzioni storiografiche si fanno rarissime, come se si volesse estrometterle dalla memoria ufficiale.
Alcuni studi antropologici degli ultimi anni analizzano il fenomeno: perché le donne sono rimaste escluse dalla storia marinara delle Eolie? Si è temuto il pericolo di una simbolica femminilizzazione del mare eoliano? Tradizionalmente il mar Mediterraneo è il mare di Omero e dell’approdo di Ulisse, da sempre riservato agli uomini, con la sua natura primordiale, tellurica, magmatica. La stessa in cui si muovono le donne-sirene dell’Arcipelago eoliano.
Un tempo, cronologicamente compreso fra Otto e Novecento, le donne delle Isole Eolie affrontavano i marosi, immergendosi in battute di pesca: remavano, tiravano le reti, tenevano i figli e, una volta a terra, cucivano le reti, dissodavano i campi, raccogliendone i frutti, cucinavano le pietanze per la famiglia. Una vita intensa, a contatto con il lavoro quotidiano.
Dopo la Seconda guerra mondiale il loro supporto in mare non era più richiesto e la loro storia finiva lasciando poche tracce nell’iconografia ufficiale del luogo e persino nella memoria degli abitanti.