Storie dell'altro blog

Arte

Notre-Dame e Saint-Denis, i tesori dell’arte gotica

Condividi:

La Cattedrale di Notre-Dame – Quando nel 1160 il teologo Maurice de Sully diviene vescovo di Parigi, propone subito la costruzione di una nuova e più ampia cattedrale, in luogo di quella di Santo Stefano, ormai in rovina, e della chiesa di Nostra Signora, insufficiente ad accogliere gli abitanti della capitale del regno di Francia.

Il progetto della nuova chiesa riproponeva una pianta simile a quella della cattedrale di Santo Stefano, con cinque navate senza cappelle laterali ad eccezione di tre cappelle radiali. Il progetto si estendeva anche all’area circostante con l’apertura di una grande piazza di fronte alla cattedrale raggiungibile da una nuova strada più larga per agevolare l’accesso dei fedeli e la ricostruzione del palazzo vescovile.

In breve, la Cattedrale di Notre-Dame diventa un oggetto di riferimento per gli amanti dello stile gotico e un grande motivo di vanto per i regnanti francesi. 

L’architettura, infatti, è molto singolare:  l’esterno vede una facciata  a tre ordini, il primo con grandi portali ad archi concentrici con porte bifore, sormontati da una processione di santi, il secondo con grandi finestre e un rosone centrale, il terzo più leggero con una successione di archi ogivali su esili colonne e due torri campanarie simmetriche.

Cattedrale di Notre-Dame, foto dal sito emaze.com

Un edificio monumentale, anche se oggi a stupire di più sono le decorazioni esterne, molto suggestive, aggiunte dall’architetto Eugène Viollet-le-Duc,  tra il 1843 e il 1864, raffiguranti cinquantaquattro mostri  immaginari, una sorta di chimere.

L’ARTE GOTICA

Se l’arte romanica è un’arte funzionale ed iconografica, tipica dell’alto-evo, del periodo dei monasteri, dell’economia a cortissimo raggio, dei feudi, l’arte gotica è un’arte puramente estetica, fatta dalla borghesia e per la borghesia emergente.

Fra il 1000 e il 1300, l’economia dell’Europa occidentale sboccia improvvisa grazie all’optimum climatico medievale, la nuova tecnologia applicata all’agricoltura e al settore manifatturiero. Di conseguenza, le migliori condizioni di vita e l’incremento demografico, allargano il mercato, aprendo nuove vie commerciali verso l’Estremo Oriente. 

E’ in queste condizioni di benessere sociale, civile ed economico che nasce l’interesse verso le arti e la cultura in generale.

In una piccola regione intorno a Parigi, denominata Ile de France, nasce il Gotico. Questo termine venne adoperato per la prima volta nel ‘500 da Giorgio Vasari (pittore e storico dell’arte) per indicare quell’arte così stravagante e leggiadra voluta dai Goti, ovvero dai barbari, che si allontanava da quella classica greca e latina, anzi che, sempre a detta del Vasari, ne costituiva un’offesa bella e buona.

L’ARCHITETTURA GOTICA

L’architettura gotica continentale attraversa quattro fasi:

  1.     Protogotico (XII-XIII sec.)
  2.     Gotico classico (XIII sec.)
  3.     Gotico radiante (XIV sec.)
  4.     Tardo gotico (XIV-XV sec.)

L’architettura gotica ha caratteristiche che la rendono unica ed originale: le sue verticalizzazioni hanno forti connotazioni simboliche: servono a distinguere gli edifici civili di ricchi mercanti fra quelli bassi e scuri dei popolani indigenti, invitano i fedeli a puntare gli occhi verso il cielo e a farli sentire un tutt’uno con il divino.

Fra gli elementi architettonici più ricorrenti ricordiamo l’arco acuto, la volta ogivale, l’arco rampante, le guglie o pinnacoli. Le parti murarie diventano più sottili mentre aumentano le superfici vetrate che tolgono volume ed aumentano luce ed aria, conferendo all’edificio movimento e grande respiro. Il peso della struttura, infatti, a differenza dell’architettura romanica, viene distribuito su pilastri e una serie di strutture secondarie poste all’esterno degli edifici, denominate contrafforti.   

Il gotico interessa tutti i settori della produzione artistica, come la pittura, la scultura, l’oreficeria, la miniatura, l’intaglio di avorio, le vetrate, i tessuti, ecc.

L’ABBAZIA DI SAINT-DENIS

Lo stile nasce ufficialmente con la costruzione del coro dell’Abbazia di Saint-Denis a Parigi, nel 1144. L’intenzione è quella di creare un lembo di Paradiso in terra, ecco perché molte volte all’ingresso appare una raffigurazione del Giudizio Universale. 

L’Abbazia era allegata all’antico monastero benedettino fondato da Dagoberto I, re dei Franchi dal 628 al 637, tristemente trascurata dagli abati coinvolti in sanguinose guerre, decade ben presto. A darle nuovo fulgore è l’abate Fulrado nel 750, ma l’attuale conformazione architettonica è opera dell’abate Suger, consigliere del re e reggente di Francia durante la seconda crociata. E’ proprio Suger, fra il 1221 e il 1251, a suggerire lo stile dell’edificio perché fosse realizzata  un’architettura fatta di luce. A tale scopo, la immagina con una pianta a croce latina con cappelle laterali e la volta su ogive incrociate che permette di alleggerire i supporti e scavare le pareti, mentre le vetrate creano un muro ondulatorio di luce. Per la prima volta viene inserito un rosone, raffigurazione della nascita di Cristo a oriente. Qui, addirittura, sono due: quello a nord ha colori freddi perché simboleggia le tenebre, mentre il rosone a sud, è vivace e coloratissimo. 

San Luigi IX vuole dotare l’edificio religioso di una scultura-simbolo per ogni sovrano sepolto a Saint Denis: il transetto, infatti, ancora custodisce quattro statue originali del XIII secolo delle 16 ordinate da San Luigi, raffiguranti re e regine Merovingi, Carolingi e Capetingi.

Profanata durante la rivoluzione francese, diviene la Casa dell’Educazione delle figlie degli ufficiali  della Legion d’Onore, grazie a Napoleone (1809).

Puoi azionare il tasto copia e incolla una volta registrato, grazie.