Gaetano Russo e l’omaggio a Felice Bisazza

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Negli anni Settanta dell’Ottocento  emergeva il genio dello scultore GIOVANNI SCARFÌ, segnalato dall’architetto Savoja attraverso una nota della Deputazione dell’Ospizio Cappellini: «orfano d’entrambi i genitori, povero e senza altri maestri che quelli dello Stabilimento», gli si assegnavano tre contributi per il perfezionamento dell’arte scultoria presso l’Accademia di S. Luca in Roma . Nello stesso anno si accoglievano le richieste di due musicisti ma si respingevano quelle dello scultore Gaetano Russo, allora impegnato a Roma per le rifiniture del monumento a Bisazza.

Nel marzo del 1874 il Comune lamentava difficoltà economiche, al punto da dover respingere le richieste di DARIO QUERCI, pittore di notevole spessore artistico. Il sindaco prof. Felice Silipigni interveniva personalmente per caldeggiare la sua buona causa, essendo l’«unico artista messinese che per quanto onore abbia recato alla sua città natale, non ha mai ricevuto alcun incoraggiamento dal patrio municipio» .

Il 12 luglio 1874, lo stesso Consiglio comunale approvava la proroga del sussidio allo scultore Scarfì per tutto il 1875, al fine di mantenersi in Roma e perfezionarsi nell’arte scultoria .

Il sindaco Silipigni, senza opposizioni da parte del Consiglio, proponeva di prelevare le somme da «tutti i fondi del bilancio che si prestino a qualche economia» .

A novembre di quello stesso anno, si prendeva in considerazione il caso dello sfortunato artista Gaetano Russo, il quale s’era dovuto sobbarcare le spese d’acquisto di un nuovo blocco di marmo (il precedente era risultato difettoso dopo la sgrossatura), di un mese di soggiorno a Messina (al fine d’appianare i contrasti sorti fra il municipio e l’agenzia di spedizioni del monumento) e dell’urna in marmo bardiglio (invece che in ravaccione, come prevedeva il contratto) .

Arenatosi nelle impegnative spese dei monumenti per il Gran Camposanto, il Consiglio comunale faceva trascorrere qualche anno prima d’elargire nuovi sussidi.

Monumento a Felice Bisazza (1809-1867) , opera di Gaetano Russo. Bisazza fu professore di Letteratura Italiana presso la Regia Università di Messina e poeta romantico di buona fama. Si ammalò di peste e, pur versando in tristi condizioni di salute, si rifiutò di abbandonare Messina e i suoi affetti. Morì il 30 agosto 1867. Gli è stato intitolato un Istituto Magistrale cittadino.

I resti del Natoli e del Bisazza furono collocati postumi, prelevati dal cimitero dei colerosi di Mare Grosso, in seguito alla richiesta di centodue cittadini messinesi.


GAETANO RUSSO (29 dicembre 1847 – 28 dicembre 1908), scultore nato a Messina, veniva educato presso la bottega del pittore Michele Panebianco. A 23 anni otteneva il sussidio comunale per frequentare l’Accademia di San Luca a Roma, dove diveniva allievo del Monteverde e procedeva alla realizzazione del monumento dedicato a Felice Bisazza.
Nel 1877, mentre continuava a frequentare l’Accademia di S. Luca a Roma insieme allo Scarfì e al Rutelli, portava a compimento il monumento a Marco Miceli Puglisi, marinaio di umili origini nato a Riposto ma che a Messina aveva trovato una redditizia attività imprenditoriale.

Una figura femminile (foto n. 105), reggente una grande ancora, s’appoggia mollemente sull’avello, puntando gli occhi verso l’alto dove un putto che regge un caduceo bronzeo è intento a scoprire un medaglione con l’effige del Miceli Puglisi, nascosto sotto un elegante panneggio.

Un altro mirabile monumento del Russo presso il Cenobio del nostro Gran Camposanto, raffigura Antonino Matteo Filippo Miceli (Riposto 1813 – Messina 1889), capitano marittimo ed armatore di bastimenti.

Vi è raffigurata una Madonna che prega in ginocchio, sul lato destro del tumulo a piramide tronca, e, nella parte sovrastante, un angioletto in volo e un busto raffigurante il Miceli.

Sul retro i simboli dell’attività del defunto, raffigurati in un gruppo scultoreo a tutto tondo: un mappamondo, un’ancora, un libro di navigazione e una cartina.

Gaetano Russo è anche l’autore di tante altre opere sparse per il Gran Camposanto di Messina, fra le quali il monumento a Michelangelo Bottari (1829-1894), patriota, letterato e pubblicista, professore di Lettere italiane e Preside del R. Istituto Tecnico e Nautico di Messina, deputato al Parlamento Nazionale e per molti anni Consigliere comunale e provinciale, e il monumento Alessi-Allegra, raffigurante un angelo che distribuisce fiori sulle tombe. In questa realizzazione Russo conferma la sua abilità di maestro di scultura, riuscendo a dare all’angelo, scolpito a rilievo, l’effetto di discesa dall’alto con un abile gioco di prospettiva. Ai piedi del cippo, un serto di rose, anch’esso in marmo, sta quasi ad indicare l’avvenuto passaggio della figura alata. All’estremità destra del Cenobio, lato mare, sottoponiamo all’osservazione del visitatore la tomba della marchesa Paolina De Gregorio. Nella stele lo scultore Russo rappresenta, di scorcio, due plastici putti che portano una croce e stringono in mano un nastro che si avviluppa intorno alle loro figure. Lo sfondo è un monte, probabilmente la stessa collina della Palmara dove oggi sorge il camposanto, di cui la marchesa era una delle storiche proprietarie. Il caso ha voluto che proprio quella stele fosse colpita da alcuni proiettili sparati da un aereo nell’ultima guerra.

Infine, Gaetano Russo è l’autore del monumento dedicato a Cristoforo Colombo, collocato presso il Columbus Circle di New York nel 1892 per il 400° anniversario della scoperta dell’America da parte del navigatore italiano. Il complesso monumentale si avvale di interessanti rilievi in bronzo che coronano il piedistallo e che raffigurano le tre caravelle di Colombo; di una colonna commemorativa e di una figura angelica che, per molti aspetti, richiama quella realizzata dallo stesso scultore per il monumento dedicato a Marco Miceli Puglisi presso il Gran Camposanto di Messina.

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