A proposito di sciame sismico sui monti Nebrodi

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Terremoti siciliani

Da circa un anno a questa parte si registrano notevoli fenomeni tellurici tra le isole Eolie e l’Etna.
Ad aprire questa serie ininterrotta di movimenti sismici è stato il vulcano Stromboli, con il distacco di una parete laterale e la conseguente onda anomala del 30 dicembre 2002 ore 13:00, ma per un evento analogo si è dovuto attendere la mattina di domenica 19 dicembre 2010, quando una forte esplosione proveniente sempre dal vulcano Stromboli è stata avvertita in tutte le isole dell’arcipelago eoliano.
Da quel momento è aumentata l’attività di eruzione vulcanica, comunque considerata contenuta e nella norma dai ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia sezione di Catania.
La prestigiosa rivista internazionale Journal of Volcanology and Geothermal Research ha avanzato l’ipotesi che tutto si possa ricondurre alla forte pressione causata dal più grande vulcano d’Europa: il Marsili.

Informazioni sul Monte Marsili

Il Monte Marsili è un vulcano sottomarino a circa 80 km dalle Eolie e 150 km a ovest della Calabria. Le sue proporzioni sono enormi e si estendono per 50 km in lunghezza e 30 km in larghezza, per un’altezza di circa 2700 metri dal fondo marino, pur restando a 500 metri al di sotto della superficie del mare e quindi invisibile all’occhio umano e alle navi che gli passano sopra quotidianamente.

Per altre info: http://it.wikipedia.org/wiki/Marsili

Sciame sismico nebroideo

Dalla metà di giugno ad oggi si registrano lievi scosse sismiche lungo la costa settentrionale della Sicilia intorno ai 2-2.8 gradi di magnitudo, con una punta massima del 4.1 di magnitudo del giorno 24 giugno 2011 ore o2:46, con epicentro fra Frazzanò e Galati Mamertino.

La profondità minore, 1.6 km, è stata registrata giorno 25 giugno 2011 alle ore 20:35 (magnitudo 2.6, le coordinate dell’epicentro corrispondono alla Strada Provinciale Rocca-Longi).

I precedenti storici dei maggiori sismi tra il Golfo di Patti e i Nebrodi risalgono al:

17 agosto 1926, con gravi lesioni alle case dell’isola di Salina, Isole Eolie.
31 ottobre 1967,  con crollo di chiese e palazzi storici a Mistretta (Me), 5,9 Richter.
15 aprile 1978, con danni a edifici e feriti, Golfo di Patti (Me) 6,1 Richter ore 23:33.
14 febbraio 1999, danni ad edifici, Golfo di Patti (Me) 5,2 Richter ore 12,45.

Unico rimedio: la prevenzione

I movimenti tellurici fanno parte della storia della Terra, della sua trasformazione sempiterna di sfera contenente materia viva al suo interno.

Oggi, con i nuovi sistemi di monitoraggio, sono state individuate numerose fratture, cosiddette di “sfogo”, del magma che ribolle sotto la crosta terrestre. Ma questa parte di crosta, a volte, è abitata e le conseguenze di una serie di vibrazioni mettono a repentaglio la vita degli abitanti, le loro case, le loro attività.

Certo, prevedere l’area precisa e il momento in cui l’evento accadrà è praticamente impossibile, anche se nella maggioranza dei casi un terremoto non costituisce un evento improvviso e isolato, ma si ripete con frequenze irregolari, in determinate aree, ed è preannunciato da scosse premonitorie di piccola entità.

È possibile dunque fare previsioni in materia di terremoti e bradisismi?

L’ideale sarebbe se qualche sensibilissimo sismografo c’indicasse la possibilità del verificarsi di un terremoto alcune ore prima che le onde sismiche si propaghino in superficie, permettendo l’evacuazione delle zone potenzialmente interessate. Ma se consideriamo che le aree dove potrebbe verificarsi il macrosisma sono molto vaste, che le scosse avvertite da un sismografo potrebbero non raggiungere la superficie o, viceversa, propagarsi a una velocità sconcertante, uno sfollamento organizzato di persone è solo un’utopia.

Meglio tornare al tema della prevenzione.

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