La diplomatica siciliana nel periodo svevo
Esauritosi il periodo comitale, nel periodo svevo i documenti assumono caratteristiche diverse da un punto di vista diplomatico, ad esempio, i privilegi si aprono con la formula Constancia dei gratia Romanorum imperatrix et regina Sicilie semper augusta; gli anni del Regno, dopo l’incoronazione di Federico II (17 maggio 1198), sono indicati separatamente e tante altre innovazioni che questo compendio aiuta a ricordare. Basti pensare alla sola caratteristica di avere un unico cancelliere nella persona del re stesso e alla comparsa delle figure del protonotaro e del conservatore del sigillo.
DOCUMENTI PUBBLICI – PERIODO SVEVO (nov. 1194-1266) | ||
PRIVILEGI | Portano l’intitolazione: Henricus sextus divina favente clementia Romanorum imperator semper augustus et rex Sicilie. L’intitulatio è spesso preceduta dall’invocazione in nomine sancte et individue Trinitatis unita al crismon (lettera C maiuscola ornata di puntini). La menzione del cancelliere siciliano nella recognitio ha un carattere politico, si trova in tutti i documenti rilasciati da Enrico per il regno di Sicilia. Negli anni tra il 1195-97 i privilegi si aprono con la formula Constancia dei gratia Romanorum imperatrix et regina Sicilie semper augusta. Dopo l’incoronazione di Federico (17.5.1198) gli anni di regno sono indicati separatamente. Federico diventerà l’unico cancelliere fino alla sua morte. Compaiono invece il protonotaro e il conservatore del sigillo. I privilegi per l’impero conservano le forme tedesche, mentre per il regno conservano le caratteristiche dell’epoca normanna: uso di pergamena italiana, scrittura minuscola siciliana, invocazione verbale, elenco di testimoni, monogramma, ricognizione, distinzione tra actum e datum, inizio con nome e titoli, corroborazione con annuncio del sigillo, menzione del notaio scrittore, datatio e apprecatio (feliciter amen). Non è sicuro che ci fossero due cancellerie, ma è sicuro che si utilizzassero due sigilli diversi. I privilegi di Federico portano l’invocazione in lettere maiuscole capitali e onciali. In nomine Dei aeterni et salvatoris nostri Iesu Cristi, amen. Il testo si apre sempre con l’arenga. La datatio riporta luogo e anno dell’incarnazione, gli anni di regno e dell’impero. Si chiude con feliciter amen. Sigillo pendente in oro o cera. Dal 1243 il datario è Pier della Vigna con i titoli di protonotario e logoteta. Sotto Federico abbiamo le prime registrazioni certe. Utilizzano un criterio strettamente cronologico (mese e luogo, con annotazione della stessa mano di chi ha registrato il documento). Così si poteva conservare memoria degli atti in partenza, effettuare il controllo giuridico-amministrativo conoscendo il responsabile della compilazione del testo, controllare l’autenticità degli originali dato che gli atti erano registrati dallo stesso notaio che aveva redatto l’originale. | |
LETTERE PATENTI | Servivano per trasmettere ordini del sovrano o alla generalità dei sudditi. Talvolta per diffondere il contenuto di un privilegio. Sono più semplici e quasi sempre senza invocazione. Il nome dell’imperatore (ENRICO) è scritto in lettere ingrandite. È presente la notificatio, mancano i testimoni, il monogramma e la recognitio. Il sigillo è pendente. Sono prive di invocazione, la corroborazione è semplice, non appare il nome del notaio. La data è completa e la menzione del sigillo è sufficiente a provare che si tratta di lettera patente. | |
APODIXA | Lettere di conferma, certificati rilasciati dalla cancelleria molto semplici e brevi. | |
LETTERE CHIUSE | Mandati del sovrano a uno o più pubblici funzionari laici o ecclesiastici. Avevano valore temporaneo ed erano su carta, piegati in tre parti e sigillati con sigillo aderente del regno. |
Scarica l’intero compendio gratuito di Diplomatica Siciliana tratto dal testo di Pietro Burgarella, Nozioni di Diplomatica Siciliana, ELS 1991.