La civiltà minoica al centro del Mediterraneo

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Popolo di marinai e commercianti, i minoici scambiavano prodotti come lo stagno per la fabbricazione del bronzo, lo zafferano, la ceramica, gioielli in oro e argento, pesce conservato, frutta secca, cereali, vino, olio, legname, miele pregiato. Le manifatture minoiche venivano esportate in tutto il Mediterraneo, dalla Grecia alla Mesopotamia per l’Oriente e fino alla penisola iberica verso Occidente.


Le scoperte dell’archeologo Arthur Evans

La civiltà minoica, nata nell’isola di Creta, appartiene all’età del bronzo (2700 a.C. al 1400 a.C.). Non sappiamo esattamente come si chiamassero gli abitanti dell’isola di Creta a quel tempo, ma fu l’archeologo Arthur Evans, scopritore delle testimonianze di questa popolazione su quel lembo di terra (1901-1905), ad attribuire loro il nome di minoici per via della presenza del re cretese Minosse. Il sito di Cnosso venne dallo stesso associato al famoso labirinto della mitologia greca. La civiltà fu fiorente e, grazie ai suoi intensi scambi commerciali, si garantì un posto predominante nel cuore dell’economia mediterranea.

La religione minoica prevedeva divinità femminili alle quali si accedeva tramite sacerdotesse. Si pensa che il rapporto di genere tra i minoici fosse paritario, se non a favore della donna (matrilinearità).

Periodo prepalaziale

La ceramica neolitica è la prima attestazione di insediamento nell’isola di Creta, avvenuto intorno a 7000 anni prima della nascita di Cristo. La storia della civiltà sembra aver avuto inizio con l’età del bronzo, intorno al 2600 a.C..

Periodo protopalaziale

L’incremento del commercio fu seguito da una grande espansione demografica e dalla comparsa della scrittura ideografica. Il nucleo dei palazzi aumenta a dismisura.

Periodo neopalaziale

Palazzo reale di Cnosso, stanza dei delfini

La grande diffusione delle abitazioni subisce un enorme tracollo verso il il 1600 a.C. probabilmente per via di un terremoto/maremoto che ebbe il suo epicentro presso l’isola di Santorini. Le città di Cnosso, Festo, Malia vennero rase al suolo. Iniziò dunque una fase di ricostruzione cui seguì un altro evento catastrofico, questa volta per via dell’eruzione di Thera. Seguì una nuova fase di ricostruzione, la terza, che diede inizio al miglior momento storico per la civiltà minoica, compreso tra il 1650 e il 1530.

Arte

Rhyton, coppa a forma di testa di toro, in steatite e oro, tardo Minoico IB (1600 c.a.), Palazzo di Cnosso, dal sito https://www.festos.eu/

Ceramiche e gioielli sono la produzione a noi rimasta dell’artigianato minoico. La si può osservare in tutta la sua straordinaria bellezza presso il museo di Heraklion, vicino Cnosso.

Brocchetta di Gurnià

Esempio evidente è la brocchetta proveniente dalla località di Gurnià (Creta), sulla quale è riprodotto un polipo circondato da piccoli pesci e da alcuni coralli. La cosa singolare è che questo polipo si espande sinuoso sul vaso e con i suoi tentacoli sembra avvolgerlo, amplificandone le forme. E’ una delle più belle “imitazioni della natura” che l’antichità ci propone. è stato riportato alla luce, insieme all’abitato della città, dall’archeologa americana Harriet Boyd-Hawes, durante una campagna di scavi iniziati nel 1901. Gurnià era un attivo centro artigianale e commerciale e vasi come questi venivano prodotti all’ordine del giorno: elaborazioni raffinate, realizzate con il tornio girevole, con due sole tinte, il fondo in terracotta e le figure scure.
La composizione è asimmetrica e si basa sull’uso delle linee curve. Sebbene il polipo sembri muoversi nel fondale marino in mezzo ad alghe, coralli, conchiglie e animaletti acquatici, offrendo un’immagine che riflette la realtà, si nota una certa stilizzazione che accentua i caratteri dell’animale e della sua collocazione.

I palazzi

Cnosso, resti del palazzo del re

Della stessa Cnosso si possono osservare le ricostruzioni architettoniche (molto criticate) effettuate dall’equipe britannica al servizio di Arthur Evans. Si trattava di parti di reperti archeologici miste a ricostruzioni a volte poco attendibili sia nel formato che nella colorazione, volte a ipotizzare l’idea dell’originale ma del tutto prive di un piano scientifico di conservazione e con l’imposssibilità di distinguere le parti originali da quelle aggiunte dai restauratori.

Affresco del Saltatore del toro, East Hall, Palazzo di Cnosso (dal sito https://www.festos.eu/)

Da ricordare l’affresco del Palazzo di Cnosso, che illustra una figura maschile che compie acrobazie sul dorso di un toro, accompagnata da due donne dalla pelle chiara.

Resti del palazzo di Cnosso

La fine di Cnosso probabilmente coincise con l’arrivo dei Micenei verso il 1370 a.C.


 

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