I Sumeri e la nascita della scrittura

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Mentre l’età della pietra era in corso (2,5 milioni di anni-3.000 anni fa), una parte della popolazione primitiva sapeva già fondere le rocce per ricavarne il rame.

Inizia ottomila anni fa l’età dei metalli divisa in:

  • età del rame – 8.000 anni fa (6.000 a.C. circa);
  • età del bronzo – 5.000 anni fa (3.000 a.C. circa);
  • età del ferro – 3.200 anni fa (1.200 a.C. circa);

Dopo l’uso della pietra, la tecnologia umana, sperimentazione dopo sperimentazione, riesce a trovare nuovi materiali per cacciare, tagliare, combattere. E’ il primato tecnologico che permette ad alcune popolazioni di differenziarsi dalle altre e di sopravvivere alle incursioni violente. La storia è fatta anche di scontri e, probabilmente, la popolazione più tenace, più intelligente e più tecnologicamente avanzata è la nostra più diretta antenata. Con i metalli, l’uomo migliora il suo stile di vita, costruisce strumenti più resistenti e comincia a conquistare nuovi territori a discapito di altre tribù.

A questo punto, in una precisa area territoriale, nascono e si sviluppano una serie di civiltà, caratterizzate da capacità di ingegno straordinarie: l’area in questione è il Mediterraneo e le civiltà che tratteremo sono la Sumerica, l’Assira, la Babilonese, la Minoica, la Micenea, la Greca e la Romana.


Le civiltà del Mediterraneo

Perché nascono tutte nel bacino del Mediterraneo? Perché quest’area ha una caratteristica che vale ancora oggi: grandi risorse ma sparse in tutto il bacino, situazione che ha sempre costretto le popolazioni che lo abitavano a scambiarle tramite un fiorente commercio o a lottare per impossessarsene.

Le civiltà del Mediterraneo iniziano a svilupparsi a partire dal 2500 a.C., popolano le coste di vie fluviali o marine perché l’acqua favorisce i contatti con popolazioni diverse, rappresenta un eccellente mezzo di trasporto di persone e di cose, permette di praticare la pesca.

Le prime civiltà nascono nel lembo di territorio compreso tra il Tigri e l’Eufrate, chiamato Mesopotamia per la sua collocazione o “mezzaluna fertile” per la sua forma. La ricchezza di piante permette di avere legno per la costruzione delle imbarcazioni, le coste sono fatte apposta per l’approdo delle navi, la pesca è abbondante, l’ingegno degli uomini permette di rendere fertili zone del tutto impervie e aride.

Ingegno e fatica contribuiscono a fare la fortuna di queste popolazioni che smerciano i loro prodotti con altre popolazioni dell’entroterra, infinitamente più povere e bisognose. La stessa fertilità del suolo mesopotamico, privo di barriere, attira le popolazioni delle zone circostanti e porta a tentativi di conquista da parte di nuovi popoli.


I SUMERI

Popolazione mesopotamica dedita all’agricoltura (il loro stesso nome deriva da Sumer “terra coltivata”), si stabiliscono intorno al 3500 a .C. nella zona compresa tra le foci del Tigri e dell’Eufrate. Con un sapiente sistema di dighe e di canali, i Sumeri irreggimentano le acque dei fiumi e rendono i terreni fertilissimi. In più, sanno lavorare i metalli e produrre oggetti in oro, argento, rame e ferro. La loro società è organizzata e divisa in arti e mestieri. Sono soliti scambiare le loro merci con altre provenienti anche da terre lontane. Inventano la ruota, il chiodo e l’aratro. Fondano grandi città come Ur, Uruk, Mari, Nippur e Lagash.
Sono politeisti, cioè adorano più dèi e a esigenze religiose risale la nascita di una scrittura.

Tavoletta del XXVI secolo a.C.: contiene una lista delle offerte rivolte alle sacerdotesse di Adab.

Perché nasce la scrittura?

I sacerdoti sumeri di Uruk, infatti, hanno il problema di contare le grandi quantità di oggetti immagazzinate nei templi. Inizialmente, rappresentano tali oggetti con dei pittogrammi ovvero disegni degli oggetti stessi. Nel tempo, tale sistema diviene gravoso e ingestibile, tanto da dover ricorrere a delle vere e proprie parole che si componevano per indicare quantità sempre maggiori. I simboli utilizzati somigliano a dei cunei, perciò la scrittura sumerica si dice cuneiforme. Questo lavoro, per la sua difficoltà e responsabilità, è affidato ad appositi funzionari detti scribi.
L’importanza di quest’attività è tale che gli scribi gestiscono un enorme potere decisionale sulla vita delle città-stato. Grazie alla scrittura, inoltre, possiamo conoscere buona parte della storia di questi popoli.

Gudea, sovrano della città di Lagash intorno al 2200 a.C., qui rappresentato come architetto del tempio cittadino, mentre tiene sulle ginocchia la tavoletta con l’unità di misura (Parigi, Louvre)

Ziggurat e statuette votive

Abili costruttori, i Sumeri sono capaci di erigere mura di notevole altezza, case terrazzate, templi accessibili attraverso lunghissime scale chiamati ziggurat. Qui l’accesso è riservato solo ai sacerdoti, gli unici interpreti del pensiero delle divinità e più a stretto contatto con il cielo.
Le ziggurat sono architetture complesse, basate su numeri e calcoli, mentre nel resto d’Europa si vive ancora in uno stadio preistorico. Esse mediano il mondo umano e il mondo divino. Le strutture contengono botteghe, magazzini, forni per il pane, uffici amministrativi, sale di riunione e stanze reali, stanze per l’osservazione della volta celeste e, in sommità, il tempio che custodisce le enormi statue delle divinità. Di fronte a queste si trovano le piccole statue di uomini oranti, riconoscibili dalla postura rigida, dalle mani giunte e dagli occhi sgranati.

Statuetta votiva di Eannatum, re di Lagash, ca 2600-2340 a.C. Alabastro calcareo con lapislazzuli e madreperla, altezza 30 cm. Houston, Menil Collection.

Stendardo di Ur

Grande importanza assume anche il famoso Stendardo di Ur, una piccola cassa lignea intarsiata che veniva portata in processione, composta da due pannelli suddivisi in tre fasce ciascuno, decorate con lapislazzuli, conchiglie, pietre in calcare rosso e madreperle. Dal basso verso l’alto possiamo notare delle processioni di uomini che trasportano merci e bestiame, indice di abbondanza e vitalità commerciale, mentre la terza fascia vede i notabili della società seduti di fronte all’autorità reale e accompagnati da musici.

Stendardo di Ur, 2500 a.C. circa. Ritrovato da sir Leonard Woolley durante gli scavi in Iraq del 1927-1928, presso una tomba della necropoli reale di Ur.

Il secondo pannello, invece, ci parla di preparativi di guerra e di gruppi militari in rassegna di fronte al loro re. Dimostrano una grande devozione nei confronti dell’autorità reale e offrono un’immagine di forza e disciplina militare.


Questo lo stendardo nel suo insieme.


 

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