De Pasquale e la “Divina Poiesis”

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Personale dello scultore siciliano Salvatore De Pasquale

L’arte diventa magia quando l’idea dell’artista diventa proprietà di tutti, esce dallo sperduto antro aristotelico e rientra nella vita reale, potenziata dalla luce dell’autenticità e dell’eternità. Gli antichi la chiamavano “divina poiesis”, la poetica del fare, il dare forma e sostanza al proprio sentire.

Oggi le sculture di De Pasquale, che dal classicismo traggono ispirazione, conquistano il loro spazio e il loro profumo d’immortalità, con le loro forme modellate tanto dalla forza degli elementi quanto dal genio dell’uomo, ora dolcemente levigate, ora profondamente perse nel chiaroscuro dell’intaglio. Così l’artista riesce nel particolare artificio tecnico e alchemico di tenere celato il segreto della lavorazione e il corrispettivo sacrificio, rivelando una rivoluzionaria sobrietà, in aperto contrasto con la natura del minerale vulcanico e le immanenti leggi della fisica.
…“Sono i silenzi in cui si vede/ in ogni ombra umana che si allontana/ qualche disturbata Divinità” (E. Montale, I limoni, 1922).
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