PIERO MANZONI
Nasce a Soncino nel 1933. Milano negli anni ’50 è una città in ricostruzione, dove le nuove generazioni accolgono di buon grado le idee e gli aiuti provenienti dagli USA.
Affascinato dal mondo dell’arte concettuale e abbastanza eccentrico da creare opere divertenti e ironiche, sperimenta tecniche e stili sempre diversi, impiegando materiali più svariati, dal cibo al gesso. Famosi sono i suoi Achrome (in francese, “incolore”), realizzazioni bianco su bianco, la risposta silenziosa al clamore degli informali. Ma il suo capolavoro è la “Merda d’artista”, 90 scatolette che riportano la dicitura:
“Merda d’artista. Contenuto netto gr.30, conservata al naturale, prodotta e inscatolata nel maggio 1961”.
Le scatolette sono messe in vendita in una galleria d’arte di Milano al prezzo dell’oro (all’epoca un terzo dello stipendio mensile di un impiegato medio). Certamente una provocazione: proporre la cosa più vile esistente sulla faccia della terra allo stesso valore del nobile oro. L’idea grandiosa sta nel valorizzare il corpo dell’artista e tutto ciò che gli appartiene.
Da un’idea di Manzoni nasce anche l’arte “da divorare”: l’artista, con una mossa che oggi chiameremmo di marketing, s’inventa un’esposizione di uova di gallina con sopra l’impronta digitale dell’artista, da consumare presso le sale della Galleria Azimut (Consumazione dell’arte, dinamica del pubblico, divorare l’arte). Era il 21 luglio 1960.
Con soluzioni sempre più visionarie ed avveniristiche, con Manzoni l’arte diventa un semplice piedistallo dove ognuno di noi può salire e aspirare a diventare, anche solo per un momento, un’opera artistica da tramandare ai posteri, firmata Piero Manzoni.
Manzoni, dunque, sa che il vero valore dell’arte è quello che ognuno di noi consegna all’oggetto che ha di fronte: un rapporto di fiducia e di comprensione verso chi ha ideato l’opera. Indirettamente, diventa anche una polemica nei confronti dei critici d’arte, i quali, a volte, “creano” l’artista osannandone le doti. Per tale scopo, negli ultimi anni della sua vita andava semplicemente firmando tutto ciò che gli capitasse a tiro: modelle, mani, oggetti di ogni tipo.
Piero Manzoni muore d’infarto nel 1964, all’età di soli 29 anni.