MINIMALISMO
Corrente culturale che nasce come protesta contro gli eccessi del consumismo, il superfluo, il disordine, con l’obiettivo di portare tutto all’essenziale. Si tratta, dunque, di uno stile di vita che invita a ritrovare la felicità nelle piccole cose, liberandosi dalla brama del possesso e dall’inseguimento del desiderio.
La Minimal Art diventa corrente artistica intorno alla metà degli anni sessanta, contestualmente al rifiuto del movimento della Pop Art. Il suo linguaggio espressivo è volutamente ridotto all’essenzialità delle geometrie. L’artista minimalista si dichiara emozionalmente distaccato dalla sua opera allo scopo di concentrarsi sulla sua fisicità: forme e colori danno vita a uno spazio oggettuale, in cui l’oggetto si fa soggetto.
Fra gli artisti più famosi citiamo gli americani Frank Stella e Tony Smith, mentre fra gli italiani non possiamo non citare Piero Manzoni.
Con il passare del tempo, il Minimalismo diventa, per alcuni, un modus vivendi: vivere con le cose essenziali che ci offre la natura è un’ottima risposta al sempre più invadente consumismo e allo spreco di risorse.
In architettura, il Minimalismo consiste nell’utilizzo di materiali semplici, quali pietra, legno, metallo, vetro, fibre naturali e strutture componibili bio-compatibili, per ridurre la quantità di materiale utilizzato per la costruzione e per garantirne l’ecosostenibilità. In più, particolare riguardo si ha nei confronti degli spazi utilizzati, sempre in relazione al nucleo di utenti che lo occupano, e del senso estetico più lineare e semplice possibile, grazie all’utilizzo di colori uniformi, molto spesso tonalità di bianco, e di trasparenze vitree.