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Luoghi della Memoria / Storia della Sicilia

I mulini di S. Giuseppe Jato

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I mulini dello Jato quale testimonianza della fervida produttività agricola siciliana

La Valle dello Jato è attraversata da ricchi corsi d’acqua, per tale motivo tra l’Ottocento e il Novecento, la zona si popolò ben presto di mulini, che portarono ricchezza e prosperità al paese. Fu solo lo sviluppo industriale di un’attività nata molto tempo prima, basti ricordare che nell’antichità i mulini dello Jato servivano l’Arcivescovado di Monreale.

Le aree molitorie di San Giuseppe Jato

Distinguiamo cinque grandi aree molitorie:
Il Mulino di Jato (o Ghiati), il più antico di tutti, allo stato di rudere ma riportante una torre cilindrica del 1182, del quale esiste un documento di donazione di Guglielmo il Buono alla chiesa di Monreale;
Il Mulino della Chiusa, con il caratteristico sbarramento che serviva a convogliare le acque del Vallone Procura e a garantire maggiore pressione. La cannella da dove l’acqua veniva espulsa metteva in moto la turbina che dava il movimento alle grandi macine in pietra. Il sistema era già noto agli Arabi, che probabilmente lo importarono nella nostra isola. Da visitare anche l’annessa masseria quattrocentesca, opera di Venanzio Marvuglia;
Il Mulino della Provvidenza, più recente, di fine ‘800, presenta lo stesso meccanismo del Mulino della Chiusa;

il Mulino del Principe, che insisteva sul feudo del Principe di Camporeale, è uno dei mulini più belli anche perché ancora intatto. E’ visibile una condotta sorretta da archi ogivali, la struttura è a forma di martello e il materiale utilizzato per la costruzione è vario: pietra arenaria e tufo. Belle a vedersi le catene in ferro che sorreggono la struttura e le pulegge metalliche che conferivano il movimento alle macine;
il Quarto Mulino o mulino Giambascio, presenta una doppia condotta, una per la macinazione del grano, l’altra per conferire il movimento alle macchine di un pastificio, grazie a un’enorme ruota, una macchina che separava la farina dalla crusca.
A parte il ben conservato Mulino del Principe, tutti gli altri richiedono urgenti interventi di restauro.

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